Scoperti resti dell’Homo antecessor: sarebbe stato cannibale

Ritrovati a sorpresa reperti appartenenti all’Homo antecessor, vissuto circa 850mila anni fa, e con la fama di essere stato un cannibale: andiamo a vedere insieme cosa dicono gli esperti

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Reperti archeologici (Foto Adobe) – Ecoo.it

L’affascinante mondo dell’archeologia continua a stupire con ritrovamenti sempre più significativi per conoscere meglio chi ci ha preceduti sulla Terra. Uomini nelle prime fasi dell’esistenza umana che hanno abitato il Pianeta migliaia di anni fa e che portano con loro segreti e misteri ancora tutti da decifrare. I paleontologi compiono studi, analisi e ricerche rispetto ai reperti che, a volte in modo del tutto inaspettato, compaiono in alcuni anfratti terrestri, dandoci la possibilità di scoprire nuovi aspetti della vita che si dipanava in tempi remoti. L’importanza della ricerca archeologica è fondamentale per capire come si è evoluta la nostra specie e quali tratti caratteristici avevamo all’epoca, modificati poi nel tempo e nella storia dell’umanità.

L’evoluzione della specie umana parte circa 55 milioni di anni fa con la comparsa dei primi primati, poi avviene la separazione della linea evolutiva tra scimpanzè e uomini circa 7 milioni di anni fa con la comparsa del primo ominide su due gambe. Successivamente appare il primo antico antenato, l’Orrorin tugenensis e subito dopo, circa 4 milioni di anni fa compaiono i primi australopitechi. Il ritrovamento più importante è quello della famosa Lucy, vissuta 3,2 milioni di anni fa in definitiva posizione eretta. Un paio di milioni di anni fa compare il genere umano con l‘Homo habilis, seguito dall’Homo erectus e dal Neanderthal, vissuto 500mila anni or sono, per arrivare al definitivo Homo sapiens che vive sulla Terra circa 200mila anni fa.

Il ritrovamento inaspettato

Siamo in Spagna sulla catena montuosa di Burgos de Atapuerca, dove un gruppo di paleontologi ha effettuato una strabiliante scoperta, portando alla luce i resti, minimi, di quello che viene definito l’Homo antecessor. Questo nostro antenato era già stato approcciato dagli scienziati nel 1994, quando furono ritrovati frammenti da cui è stato estratto persino il DNA, dandoci l’opportunità di ottenere una gran quantità di informazioni su questa specie risalente a circa 1,2 milioni di anni fa. La recente scoperta di una falange di un piede e di alcuni frammenti di un parietale, ritenuti prossimi ad un’epoca più recente, 850mila anni fa, aprono a interessanti prospettive di studio.

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Cranio Homo erectus (Foto Pixabay) – Ecoo.it

La novità è quella di essersi imbattuti in un sito che dovrebbe celare numerosi campioni di reperti della stessa specie di enorme interesse scientifico. Si ritiene infatti che i nostri antenati antecessor fossero dei cannibali che si cibavano gli uni degli altri, distribuendo poi le ossa tutt’intorno all’accampamento nel quale vivevano . E’ presumibile dunque che nella medesima area si possano ritrovare altri elementi ossei significativi per la ricerca in corso su uno dei primi abitanti del Vecchio Continente.

Le informazioni sulla specie antecessor

Si discute e si dibatte tra gli scienziati rispetto a quelle che dovevano essere le caratteristiche fisiche dell’Homo antecessor, ma ciò che abbiamo appreso ci regala un individuo con una scatola cranica più piccola e con un cervello di dimensioni inferiori al nostro, ma sicuramente meglio sviluppato di altre specie comparse in precedenza. Migliori capacità evolutive e cognitive, dunque, potrebbero aver caratterizzato questa specie, con la testimonianza di attrezzi segno di abilità di fabbricazione di oggetti, seppur rudimentali.

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Evoluzione umana (Foto Adobe) – Ecoo.it

Carne e vegetali compongono la dieta dell’Homo antecessor, precursore della dieta carnivora che ha caratterizzato tutte le specie successive. Non si sa molto altro sul nostro antico antenato, ma il contributo evolutivo alla specie umana è certo e molto significativo. Si continua quindi a studiare e a ricercare resti di questo Homo molto affascinante e misterioso, anche se il suo cannibalismo è stato accertato dai segni riscontarti sui reperti ossei di incisioni e scheggiature che non lasciano molti dubbi.