Prematuri bimbi piuma: Charlie e i gemelli Jack e Jacob

Nella serie di realtà Prematuri: bimbi piuma, si raccontano le nascite di alcuni piccoli, tra questi Charlie e i gemelli Jack e Jacob.

Prematuri bimbi piuma
Prematuri: bimbi piuma (Ecoo.it)

Il parto di un neonato, purtroppo, non è sempre un percorso lineare che in tempi certi porta dalla gestazione al travaglio, fino appunto all’ultimo atto, ossia il parto in sé. Ci sono tante situazioni che sono davvero difficili e al contempo ci sono strutture all’avanguardia, che sostengono la famiglia e il nascituro, riuscendo in delle vere e proprie imprese impossibili. Una di queste si trova in Scozia e si chiama University Hospital Wishaw.

Charlie, il primo protagonista di Prematuri: bimbi piuma

Perché li chiamano bambini piuma
Perché li chiamano bambini piuma (Ecoo.it)

Quest’ospedale è protagonista dell’ultima serie di realtà in onda su Real Time, dal titolo eloquente Prematuri: bimbi piuma. In ogni puntata della serie, si racconta la storia di un parto difficile. Ogni neonato ha una storia particolare da raccontare e alcuni punti in comune che lo rendono vulnerabile: pensiamo ad esempio ai rischi derivanti dal caldo eccessivo. Nella serie in onda su Real Time, però, si parla di casi davvero al limite.

Come quello di Charlie, che è nato a 31 settimane e pesava poco più di un chilo: sua mamma Anna aveva avuto una rara patologia, ovvero l’eclampsia, che colpisce una gravidanza ogni 4mila, portando alla morte di un neonato ogni 14. Sopravvissuto dopo essere nato con un cesareo d’urgenza, il neonato ha contratto l’enterocolite necrotizzante, un’altra gravissima malattia, che uccide nel 50% dei casi.

La storia dei gemelli Jack e Jacob: nati prematuri

Nella seconda puntata della prima stagione di Prematuri: bimbi piuma, arriva invece la storia di due gemelli che è davvero fantastica.Jack e Jacob sono i loro nomi e sono arrivati con due mesi di anticipo. Inizialmente sembra che le loro condizioni siano buone, poi un problema intestinale li ha riportati in terapia intensiva pochi giorni dopo il parto. I genitori Peter e Danielle, ma anche la nonna Gillian, che è un’infermiera neonatale dell’unità, sono in ansia.

Danielle condivide il suo nome di battesimo con un’altra mamma, che ha avuto una storia molto simile: suo figlio si chiama Blake ed è anche lui ovviamente nato prematuro. Il piccolo, durante il cesareo d’urgenza, ha perso molto sangue ed è costantemente monitorato: la sua mamma può tenere d’occhio i suoi progressi attraverso una videocamera che lo inquadra ogni secondo.

Perché li chiamano bambini piuma?

I neonati prematuri, chiamati anche “bambini piuma” per il loro peso molto basso alla nascita, hanno sempre più possibilità di sopravvivere a parti molto difficili, grazie ai progressi tecnologici ormai consolidati. Ogni anno nel mondo nascono circa 15 milioni di neonati prematuri, di cui oltre 30.000 in Italia. Con la pandemia, il tasso di nascite premature è aumentato, anche perché tante donne positive venivano operate con cesareo.

Se da un lato è vero che il tasso di sopravvivenza di questi neonati stia migliorando, ci sono ancora disomogeneità nell’assistenza, legate anche a una disparità nella qualità delle strutture. Si tratta di un problema che riguarda anche quanto avviene giornalmente nei confini italiani. I neonati prematuri spesso necessitano di cure speciali e talvolta intensive per un certo periodo dopo la nascita: non tutti gli ospedali sono attrezzati per questo.