Nebulosa Anello: possibilità di trovare qualcosa al suo interno

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Nebulosa Anello (Foto Pixabay) – Ecoo.it

La misteriosa Nebulosa Anello sotto i riflettori degli studi e della ricerca scientifica spaziale: vediamo insieme cosa è emerso dalle ultime immagini catturate

Lo spazio e l’universo si compongono di svariate tipologie di corpi celesti che l’uomo ha da sempre cercato di comprendere e analizzare. L’astronomia è la scienza che studia gli oggetti celesti e i fenomeni ad essi collegati, come il nome stesso della disciplina ci spiega. L’etimologia greca del nome significa “leggi le stelle”, proprio come hanno cercato di fare gli uomini sin dall’antichità, scrutando il cielo e utilizzando le stelle come punti di riferimento per numerose attività. E via via le scoperte scientifiche si sono pregiate di valutazioni sempre più sofisticate, sino ad arrivare ai giorni nostri con la realizzazione di strumenti all’avanguardia.

I radiotelescopi spaziali sono infatti una parte fondamentale della disciplina poiché consentono di catturare immagini molto precise e importantissime per dare risposte e informazioni più dettagliate su ciò che appare nella volta celeste. Pianeti, stelle, buchi neri, asteroidi e nebulose vengono quotidianamente scandagliati per arrivare ad una conoscenza sempre più completa di composizione e dinamiche, grazie all’altissima risoluzione delle foto con cui è possibile evidenziare dettagli un tempo ignoti e insondabili. Il progresso scientifico prosegue la sua corsa verso lo studio più approfondito dello spazio e di tutto ciò che ne fa parte.

La Nebulosa Anello

Una di queste meraviglie tecnologiche all’avanguardia è il radiotelescopio James Webb che possiede la capacità straordinaria di immagazzinare immagini incredibili di ogni forma e oggetto che cade sotto le sue lenti. Ultimamente sono salite alla ribalta le stupefacenti foto che lo strumento ha effettuato della Nebulosa Anello, un ammasso di detriti e materiali espulsi da una stella durante la sua fase finale di vita. La nebulosa è allo studio da molto tempo e la sua scoperta risale addirittura alla seconda metà del ‘700. Da allora indagini e analisi ne hanno fatto una delle nebulose più famose e note nell’ambito scientifico ed oggi si aggiungono importanti tasselli della sua reale composizione.

Le foto dell’ammasso celeste, situato nella costellazione boreale della Lira a 2mila anni luce dalla Terra, evidenziano importanti novità, grazie all’alta definizione utilizzata dal Mid-Infrared Instrument, a medio infrarosso, che ha immortalato la cavità all’interno della nebulosa rimarcandone un intenso colore rosso, sfumature arancioni che via via si perdono verso l’esterno. L’anello circostante appare invece di un tenue azzurro che poi si intensifica in un blu violaceo nella regione più esterna.

La scoperta

La Near-Infrared Camera, a vicino infrarosso, ha invece sottolineato sfumature blu e verdi all’interno della cavità, mentre l’anello si colora di arancione per poi passare al rosa allontanandosi dal centro. In entrambe le immagini la sensazionale nitidezza è una fantastica novità che ha permesso agli scienziati di scovare all’interno dell’ammasso celeste una nana bianca. La stella appare senza i suoi strati più perimetrali, espulsi probabilmente durante la sua fase finale di vita, generando gas e polveri in un agglomerato ricco di idrogeno molecolare.

Nell’anello, invece, è stato possibile rilevare molecole piene di carbonio e l’incredibile presenza di una seconda stella. La scoperta ha dello straordinario dal punto di vista scientifico, riscontrando un corpo celeste di massa inferiore alla nana bianca che le orbita attorno. Valutazioni ed analisi sono da approfondire, ma le prime informazioni raccolte darebbero nuove indicazioni rispetto alla struttura particolare e inconsueta della nebulosa, che andrà scandagliata ancora per ottenere quanti più dati possibili utili alla comprensione dello spazio e delle stelle, e delle loro dinamiche.