Mozzarella di bufala, perché fa male se messa in frigo

La mozzarella di bufala, prodotto campano per eccellenza, se conservata in frigo prima di essere consumata potrebbe fare male: il motivo

mozzarella di bufala non conservarla in frigo
mozzarella di bufala (Pixabay)

La nascita della mozzarella ha origini molto antiche, risalenti probabilmente all’epoca Normanna. Si tratta di un latticino formato da latte intero e fresco di bufala. Il suo nome deriva dal termine mozzare, ossia l’atto con cui si lavorava la pasta filata con indice e pollice. Già nel Medioevo, si sente parlare per la prima volta di mozzarella di bufala in un libro di ricette di Bartolomeo Sappi, cuoco della corte papale. Tuttavia, l’apice del successo di questo amatissimo latticino si ha in epoca borbonica. Nel ‘700, infatti, alla Tenuta Reale di Carditello, a San Tammaro, in provincia di Caserta, viene inaugurato il primo allevamento di bufale e il più grande caseificio della storia.

Oggi, le più importanti zone di produzione della mozzarella sono tradizionalmente quelle della provincia di Caserta e di Salerno. Addirittura, quelle prodotte a Mondragone, Aversa e Battipaglia vengono anche celebrate in alcune opere letterarie e in film di successo come Il divo di Paolo Sorrentino. Inoltre, grazie all’instancabile passione degli imprenditori del Sud, la Mozzarella di Bufala Campana è l’unica in commercio ad aver conquistato il riconoscimento europeo della DOP. Non a caso il bufalo mediterraneo italiano, il cui latte viene utilizzato per produrre il famoso Oro bianco, è un bovino, probabilmente autoctono, come dimostrato dalla presenza di un DNA diverso da ogni altra specie di bufalo.

Perché non bisogna conservare mai la mozzarella di bufala in frigo 

mozzarella di bufala non conservarla in frigo
mozzarella di bufala (Pixabay)

Diversi studi hanno dimostrato le proprietà benefiche della mozzarella di bufala campana dop. I più recenti hanno evidenziato come le molecole naturali presenti al suo interno sono in grado di ridurre il rischio di cancro del colon retto e del cavo orale. Inoltre, durante la digestione, questo latticino rilascia frammenti di proteine utili a contrastare forme di infiammazione dell’intestino.

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Si tratta di un latticino facilmente digeribile, con pochissimi zuccheri, colesterolo e lattosio. Inoltre, rappresenta anche un’incredibile fonte di proteine, con un apporto di grassi totali e acidi grassi saturi moderato. Oltre alla classica forma tondeggiante, ci sono anche altre tipologie come i bocconcini, le trecce e le ciliegine.

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Tuttavia, per conservarla, è assolutamente sconsigliato riporla in frigorifero, in quanto in tal modo, verrà alterato il suo sapore, diventerà gommosa e poco gustosa. Invece, in base ad un recente studio, se tenuta a temperatura ambiente, gli acidi grassi, che sono in partenza saturi, grazie a degli enzimi migliorano la loro natura e sono precursori di omega 3 e omega 6. Tutto ciò, dunque, consente un notevole miglioramenti dal punto di vista nutrizionale. Perciò, la soluzione migliore è quella di conservarla in un luogo fresco, a temperatura ambiente, con il suo siero. Va poi consumata entro un massimo di tre, quattro giorni.