Eternit: discarica abusiva a cielo aperto scoperta a Brindisi

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L’eternit in Italia è un problema lungo e annoso, che riguarda una larga parte della popolazione ma che spesso -per comodità- negli anni si è tentato di affossare. La sentenza definitiva ha aiutato a fare chiarezza, e probabilmente anche il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano sul tema ha aiutato a riaccendere i riflettori sulla questione umana della vicenda. Noi però, vorremmo interessarci anche del lato relativo all’inquinamento ambientale, a volte non preso nella giusta considerazione ma che invece continua ad avere conseguenze pesanti, pesantissime. In Puglia, per esempio, è appena stata scoperta una discarica a cielo aperto.

La terribile scoperta è stata avvenuta in provincia di Brindisi, dove i militari della Guardia di Finanza di Ostuni in collaborazione con le unità aeree hanno accertato e sequestrato un’area vasta 451000 metri quadrati, ossia 110 campi da calcio, dove i rifiuti pericolosi di eternit venivano così abbandonati e smaltiti, a cielo aperto, incuranti dei danni alla salute che questo avrebbe potuto arrecare alla popolazione e al terribile impatto ambientale. La zona, collocata tra San Vito dei Normanni e Latiano, è stata identificata dalle Fiamme Gialle come luogo di deposito di moltissimi rifiuti speciali come pannelli di eternit, alcuni integri altri ridotti a pezzi: il peso di tale materiale pericoloso era pari ben a 20 quintali, senza considerare i pneumatici vecchi e altri prodotti di scarto di natura edile.
Il sito è ovviamente stato sottoposto a sequestro e opportunamente segnalato affinché le persone si tengano lontane dalla zona, viste le terribili potenzialità cancerogene dell’amianto.
Amianto in Italia, tetti di eternit nel centro di Firenze
La situazione dell’amianto in Italia fa veramente temere il peggio, visto che la geografia della contaminazione non riguarda soltanto luoghi inaccessibili e lontani dai centri abitati. Infatti a volte si scoprono degli elementi che destano stupore e incutono paura per ciò che riguarda il rischio corso dalla sostenibilità ambientale e dalla salute degli uomini. L’avremmo mai pensato che nel centro di Firenze esistono dei tetti di eternit?

A cura di Gianluca Rini
E’ proprio quanto è stato scoperto, prendendo in considerazione la copertura del teatro dell’Oriuolo, che si trova nel cortile dell’Archivio Storico. Siamo a pochi passi da Piazza Duomo e l’edificio è ormai in uno stato di abbandono.
Il teatro si trova nello stesso cortile dell’Archivio Storico, ma nonostante presso quest’ultimo siano stati effettuati dei lavori di restauro il teatro non è stato interessato da un’opera di bonifica e tutto è rimasto in uno stato di incertezza.
Queste incertezze riguardano l’impatto ambientale che l’amianto potrebbe determinare e gli stessi impiegati dell’archivio, preoccupati per la loro salute, vorrebbero maggiori garanzie. Proprio per questo nell’ambito della Giunta Comunale è stata presentata un’interrogazione, per stabilire se e in quanto tempo è opportuno intervenire per scongiurare ogni possibile pericolo.
Non si può restare indifferenti di fronte all’amianto nel pieno centro di una città come Firenze, perché la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana sono obiettivi ai quali si dovrebbe lavorare giorno per giorno e che non dovrebbero mai essere persi di vista.
La geografia dei casi di contaminazione nella penisola
A cura di Gianluca Rini
Si continua a parlare di amianto in Italia, perché la sentenza relativa al processo Eternit segna la chiusura di un caso che ha fatto scalpore, ma i problemi legati all’amianto e alla contaminazione ambientale, non riguardano soltanto le fabbriche prese in considerazione nell’ambito di questo caso giudiziario. Infatti esiste nel nostro Paese una realtà molto più vasta, che interessa anche altre città e altre zone. Il problema è che si dovrebbero attuare delle importanti opere di bonifica ambientale, ma da questo punto di vista la situazione non va per niente bene.
Il tutto perché c’è una mancanza di collaborazione da parte dello Stato e degli enti locali. Tra l’altro mancano i fondi necessari e sono soggette al rischio specialmente quelle aree cui si è effettuato uno smaltimento non sottoposto al controllo.
La geografia dell’amianto in Italia
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In Italia possiamo rintracciare diversi casi che compongono una vasta geografia dell’amianto, che vede contrapposti le aziende da una parte e dall’altra i malati e parenti delle vittime, impegnati in casi giudiziari complessi.
A Cosenza il processo contro l’ex sindaco di Praia a Mare Lomonaco, responsabile dello stabilimento tessile Marlane.
A Padova alcuni ex capi di Stato Maggiore della Marina Militare implicati in casi di contagio da amianto.
Ad Avellino il processo contro lo stabilimento industriale Isolchimica di Elio Graziano, che ha fatto ammalare 108 operai.
A Roma il Comune chiamato in causa per l’abbattimento dell’ex Velodromo senza troppe precauzioni.
E l’elenco potrebbe essere ancora lungo, visto che i siti contaminati dall’amianto sarebbero 27.770, fra edifici pubblici e privati. Ma non si è ancora fatta luce sulle discariche abusive, altra questione complicata.
Che cosa non si sta facendo
Preoccupano anche le prospettive per il futuro, visto che non è stato ancora elaborato un piano specifico per i siti in cui smaltire i materiali contaminanti dopo che verranno rimossi. Esiste in sostanza un’enorme distanza tra ciò che è scritto sulla carta in materia di amianto e ciò che è stato fatto nel concreto. Come anno da tenere in considerazione era stato preso il 2015, anno in cui tutto l’amianto dovrebbe essere rimosso. Ma gli ultimi dati sottolineano che, nonostante manchi poco tempo a raggiungere il 2015, siamo ancora lontani dalla meta.
Processo Eternit: la sentenza di condanna
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La sentenza del processo Eternit è chiara ed esemplare: 16 anni ai due condannati. 16 anni per aver avvelenato le 2000 persone che lavoravano nella fabbrica di Casale Monferrato e tutte le persone che vivono nella zona, e che si sono ammalate o che hanno perso i loro familiari a causa di questa sostanza tossica: l’ Eternit, infatti, è un materiale a base di amianto che è stato utilizzato sin dagli anni ’30 per la realizzazione di edifici come palestre, ospedali, scuole e altri spazi di utilità pubblica. Nel 1982 arriva la prima regolamentazione, ma solo dieci anni più tardi l’eternit è considerato fuorilegge. Nel frattempo, si continua a morire. I due magnati, che sapevano tutto, hanno taciuto, e continuato ad essere i carnefici di tanti innocenti. Il danno, purtroppo, non riguarda solo lo stato di salute di molte, moltissime persone, ma anche un grave impatto ambientale.
Guida sull’amianto: storia, impatto ambientale e smaltimento dell’Eternit
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Come già accennato, è solo nel 1994 che si è scelto di impiegare in edilizia il fibrocemento ecologico, mettendo di fatto al bando l’amianto. Ma i problemi non potevano certo finire così, e non si limitano a Casale Monferrato. Sono coinvolte anche zone della Val d’Aosta e della provincia Pavia, mentre altri stabilimenti avevano sede a Bari, Bagnoli, Siracusa. Ad oggi, comunque, la bonifica dell’ambiente e del territorio sono tutt’altro che terminate: alcuni studi, infatti, affermano che nel nostro Paese si trovano dai 30 ai 40 milioni di tonnellate di materiale costruito con l’amianto, come magazzini, tetti e tettoie, senza considerare le condotte interrate di acqua e gas. In quest’ultimo caso, si parla di 83.000 chilometri.
Stime impressionanti, che ci dicono che la battaglia contro l’amianto e le sue drammatiche conseguenze non è affatto finita.

Perché l’Eternit è pericoloso?
L’amianto è un materiale pericoloso perché, anche se spesso è stato usato in edilizia come materiale da esterno- è in realtà facilmente erodibile dalle intemperie. È questo il suo problema principale, dato che così disperde polveri tossiche nell’aria. Le conseguenze sono facilmente immaginabili, dall’inquinamento atmosferico e correlato inquinamento ambientale, fino a danni più seri per le persone che queste polveri le hanno respirate. L’incidenza infatti dell’Eternit sullo sviluppo del mesotelioma pleurico, tumore ai polmoni che porta alla morte, è impressionante, e si ipotizza che il picco si avrà nel 2025.
Le Regioni e il ministro dell’Ambiente Corrado Clini non sono affatto rassicuranti in tal senso, dato che non sanno stimare con esattezza una mappatura della presenza dell’amianto negli edifici in Italia. Dati incerti, non aggiornati, che però raccontano questa tragedia in tutta la sua drammaticità: il Cnr ipotizza 32 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto ancora presenti in Italia, e le Regioni dicono che sono ancora 50.000 gli edifici da bonificare.