La notizia è di poche ore fa: la corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per Putin. Cosa dicono USA e Ucraina?
Il presidente della federazione russa Vladimir Putin è sottoposto a giudizio dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja per crimini di guerra. La corte ha emesso un mandato d’arresto indirizzato al leader del Cremlino avanzando l’accusa di deportazione illegale di bambini dall’Ucraina alla Russia. Mosca non ha preso bene la notizia nonostante la decisione provenga da uno degli organi giudiziari più importanti a livello internazionale.
“Non ha alcun significato”: questa la risposta di Mosca al mandato emesso dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja mentre da Kiev si esulta a gran voce. L’Ucraina sottolinea quanto il mandato rappresenti “una decisione storica” per altro resa pubblica il giorno stesso dell’anniversario dell’annessione russa alla Crimea. Due fronti opposti, come era prevedibile, quelli di Mosca e Kiev davanti alla decisione della CPI.
Mandato d’arresto per Putin: una decisione di portata storica
L’accusa al presidente della federazione, Vladimir Putin, rientra fra i crimini di guerra, in particolare la Russia è responsabile di aver deportato bambini dall’Ucraina fin dentro al perimetro della propria terra. Mosca non accetta la decisione fresca di questa mattina, nella giornata dell’anniversario dell’annessione russa alla Crimea.
Per la capitale russa la decisione della Corte Penale Internazionale non ha alcun significato, sarebbe infondata e priva di reali contenuti. Ma come ha reagito l’America alla notizia? Il leader americano Joe Biden ritiene il mandato d’arresto “giustificato” mentre Kiev parla di una decisione di portata storica. Prevista per domani la visita a Mosca del presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinpin.
Xi Jinpin a Mosca: “una visita per la pace”
E’ prevista per lunedì la visita del presidente della Repubblica Popolare cinese Xi Jinpin a Mosca. Gli intenti sono pacifici: “una visita per la pace” dichiara Pechino. Il mandato della Corte penale vede schierati due fronti a favore, Kiev e Usa, e due altri contro, Mosca e Pechino.