Greta Thunberg torna libera, ma non si ferma: una nuova protesta per lei…

Nei giorni scorsi, l’attivista per l’ambiente Greta Thunberg ha preso parte ad una manifestazione in Norvegia: ecco perché.

Greta Thunberg
L’attivista Greta Thunberg (Ecoo.it)

L’attivista Greta Thunberg nei giorni scorsi ha partecipato alle protesta contro il grande parco eolico del Vecchio Continente, si tratta del più esteso presente sul suolo europeo. La messa in opera di quest’ultimo violerebbe i diritti della popolazione Sámi in Norvegia.

Solo qualche giorno fa, l’attivista era stata arrestata a Londra perché aveva preso parte alla protesta di Fossil Free London. Non è passato molto e la giovane si è ritrovata di nuovo nell’occhio del ciclone, ma questa volta per l’impianto di energia rinnovabile norvegese.

Norvegia, il dibattito sul parco eolico di Fosen

Protesta
Norvegia, la protesta a cui ha preso parte Greta Thunberg (Ecoo.it)

Un dibattito che tiene banco quello del parco eolico di Fosen, nel nord della Norvegia, si tratta del più grande impianto onshore presente nel nostro continente, che conta pensate un po’, 151 turbine. Pur essendo un grande punto da dove ricavare energia pulita, le critiche e le richieste di rimozione in questo periodo sono aumentate notevolmente.

Cosa si cela dietro questa richiesta? Purtroppo, la gigante creazione ha causato non pochi danni all’area di pascolo delle renne. Nel lontano 2016, alcuni mossero già delle critiche. In particolare si opposero al progetto le popolazioni native delle regioni settentrionali di Svezia, Finlandia, Russia e Norvegia. L’allevamento di renne per queste regioni rappresenta un sostanziale contributo per l’identità culturale.

Alle manifestazioni dei giorni scorsi ha preso parte anche la nota attivista per l’ambiente Greta Thunberg, presenza che scatenato molte polemiche. In molti criticano i movimenti ecologisti per il clima, dato che quest’ultimi si sono scagliati contro quelli che in realtà sono impianti di energia rinnovabile.

A sostenere la protesta anche alcuni gruppi ambientalisti che sostengono la popolazione Sámi, come l’associazione Natur og Ungdom (Natura e giovani). Secondo quest’ultimi sarebbe sbagliato costruire una società sostenibile che andrebbe a violare i diritti umani.

Cosa è già accaduto in passato

Tre anni fa, il popolo di Sámi aveva presentato un ricorso legale e in quella stessa occasione aveva ottenuto un risarcimento di circa otto milioni di euro, questi erano dovuti per tutti i danni che avevano subito e che erano stati provocati dalla realizzazione del parco eolico.

La questione, però, non si è conclusa perché da lì a poco la Corte costituzionale norvegese ha pure riconosciuto una violazione di quelli che sono i diritti umani delineati dall’Onu. In altre parole, si ritenne illegale negare i territori che un tempo erano dei Sámi. Da quell’istante cominciarono diverse manifestazioni e in diverse occasioni si occuparono diversi edifici istituzionali.

Ciò che il popolo chiede con fermezza è la restituzione delle terre. La giovane attivista, già in passato, aveva manifestato un forte interesse per la questione e, durante una occupazione, le forze dell’ordine la fecero allontanare. La Thunberg non ha mai smesso di battersi per la questione e anche questa volta si è presentata ad Oslo mettendosi dalla parte della popolazione Sámi.

Negli scorsi giorni, riporta la redazione di Wired, però, i manifestanti hanno espresso il loro dissenso al Re Harald, circostanza che potrebbe far emergere novità, il motivo? Perché lui stesso potrebbe esporre interrogativi durante gli incontri con il parlamento. L’infrastruttura d’altra parte rappresenta una risorsa importante per una zona periferica che non ha grandi fonti di energia.