Energia nucleare: quattro regioni dicono “no” ai siti

[galleria id=”261″]Leggiamo sul portale dei Verdi la notizia che quattro regioni (Piemonte, Liguria, Toscana, Calabria) hanno impugnato di fronte alla Corte Costituzionale la legge 99/2009 con cui il Governo intende rilanciare il nucleare in Italia, scavalcando di fatto la sovranità regionale sul territorio.

Tutte le associazioni ambientaliste, da Greenpeace al WWF, hanno espresso il proprio apprezzamento nei confronti delle regioni che cercano di riappropriarsi della sovranità sui propri territori soprattutto in materia di siti nucleari. Da quando il nucleare ha fatto la sua comparsa, non è mai stato risolto il serio problema dello smaltimento delle scorie radioattive che inevitabilmente si creano attraverso il processo di fissione nucleare.
 
Non si sa ancora cosa fare dei rifiuti radioattivi ed il Governo cerca di reintrodurre il ricorso all’energia nucleare andando a spodestare le Regioni e gli Enti Locali della propria autorità localizzando di fatto siti che verrebbero equiparati ad aree militari gestite da organismi privati (ma chi sono questi soggetti privati?). Lo scorso maggio Greenpeace aveva rilasciato pubblicamente la mappa che, stilata negli anni ’70 dall’allora CNEN (Comitato Nazionale Energia Nucleare, divenuto ENEA negli anni ‘80), riporta la localizzazione dei siti nucleari. Le zone segnate sono spesso aree costiere, ad esempio di Sicilia e Sardegna, di elevato interesse paesaggistico e naturalistico oppure ad elevato rischio sismico. Considerati anche i potenziali pericoli di incidenti ed attentati terroristici è possibile che non sia preferibile incrementare l’utilizzo delle fonti rinnovabili abbinandolo ad un più consapevole risparmio energetico?
 
Immagini tratte da:
www.greenpeace.it