Perché dormire a pancia in giù non è affatto consigliato

Dormire bene è un’attività necessaria al buon funzionamento dell’organismo e alle funzioni cerebrali, ma non tutte le posizioni sono adatte: perché il sonno a pancia in giù è sconsigliato

Dormire pancia in giù
Dormire (Foto da Adobe)

I numerosi impegni ai quali la quotidianità ci sottopone, fatta di scadenze e appuntamenti, conduce spesso a sottovalutare aspetti importanti per il benessere, mettendoli in secondo piano rispetto ai propri doveri. Dormire è senza dubbio una delle attività essenziali per la salute, alla quale di frequente non si riesce a dedicare la corretta quantità di tempo. Ma non si tratta solo di un numero preciso di ore, piuttosto della qualità del sonno di cui si riesce a godere. Stress e preoccupazioni possono infatti inficiare questa imprescindibile fase della giornata, in particolar modo quando non si riposa a sufficienza.

Tuttavia non basta ritagliarsi la corretta porzione di tempo, che secondo la scienza oscilla tra le 7 e le 8 ore a notte, e neanche riuscire a riposare per l’effettiva totalità. Pur combattendo stress e stanchezza attraverso il sonno, sono tanti i fattori che incidono sulla qualità. Non solo gli strumenti necessari, come cuscini e materassi, che devono rispettare la postura, oltre alla temperatura della stanza, complice al raggiungimento del sonno perfetto. La posizione, naturalmente adottata durante il rilassamento muscolare, implica effetti più o meno positivi, a breve e lungo termine: perché dormire a pancia in giù è sconsigliato.

Dormire a pancia in giù

Dormire pancia in giù
Dormire (Foto da Adobe)

Tra le attività più importanti per preservare in modo ottimale la propria salute, dormire ricopre un ruolo particolarmente essenziale. Anche la scienza ne sottolinea l’importanza, attraverso ricerche che certificano il peso dell’assenza di riposo e della sua mancata qualità nella vita quotidiana. Il benessere psicofisico inizia proprio dalle ore notturne, quando l’organismo si rigenera, a partire dalle funzionalità cerebrali. Una quantità di ore insufficiente al riposo comporta infatti effetti ben riscontrabili, come irritabilità e affaticamento, mancanza di concentrazione e malessere, che possono compromettere anche il normale svolgimento delle attività, includendo persino quella professionale.

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Ma non è sufficiente concedersi le ore necessarie al sonno, e nemmeno riuscire nell’intento di liberarsi dallo stress accumulato: la qualità è egualmente importante alla quantità in relazione alle ore. Sono tanti i fattori che la influenzano, come alcuni accorgimenti da adottare prima di coricarsi, evitando ad esempio l’uso di apparecchi elettronici, e servirsi di materassi e cuscini comodi, nel rispetto della postura. Ed è proprio quest’ultima a rappresentare l’indice cruciale di un riposo ottimale, in quanto le posizioni, per quanto assunte naturalmente durante il riposo, hanno un’influenza inimmaginabile.

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Non solo sul risultato a breve termine, e quindi al risveglio, ma anche a lungo termine, con dolori sottovalutati nel tempo, che possono diventare cronici. Esiste infatti una posizione che viene sconsigliata per il riposo notturno, ed è quella prona, che porta a dormire a pancia in giù. La prima motivazione è quella più intuitiva: questa postura obbliga il corpo ad una torsione del collo, che inevitabilmente può provocare dolori e fastidi. Anche la respirazione viene evidentemente compromessa da questa posizione, in modo particolare inibendo il diaframma, la cui funzionalità è particolarmente ridotta.