Noto alla cronaca come un fatto lontano ma stampato nella memoria collettiva. Il disastro aereo di Tenerife è stato l’incidente che ha riportato maggior numero di vittime

Un’altra collisione aerea che è passata alla storia. Purtroppo non è un piacevole primato quello del disastro aereo di Tenerife, che ha coinvolto due voli, entrambi in decollo. Il maggior numero di vittime mai riscontrato nella storia dell’aviazione. Sono morte 583 persone, nessun superstite del volo KLM 4805 e la maggior parte del volo Pan am. La collisione è avvenuta direttamente sulla pista dell’aeroporto di Tenerife. Un errore di valutazione sugli spazi ed altre concause ha comportato lo scontro frontale tra i due aerei in partenza. Uno dei due velivoli prese immediatamente fuoco. L’altro fu raggiunto con molto ritardo dai soccorritori.
In seguito al disastro, come era già accaduto in conseguenza ad altri incidenti aerei, sono cambiate alcune regole del trasporto aereo. In particolare sulle comunicazioni. Da quel momento in poi, per evitare altri fraintendimenti, che possono essere stati la causa della collisione, le comunicazioni sono avvenute esclusivamente con frasi standardizzate comprensibili da tutte le lingue.
La dinamica dell’incidente

I due voli coinvolti nel disastro di Tenerife sono stati il Volo KLM 4805, di bandiera olandese, ed il volo Pan am 1736, di fattura statunitense. Era il 27 marzo 1977. La pista teatro della tragedia era l’aeroporto di Los Rodeos a Tenerife. Il volo Pan am proveniva da Los Angeles con scalo a New Yorf. La destinazione finale era Gran Canaria. Mentre invece il volo KLM era partito da Amsterdam per raggiungere Las Palmas. Nessuno dei due voli aveva in programma uno stop a Tenerife. L’aeroporto di Las Palmas era stato chiuso in seguito ad un attentato terroristico che non ha riportato vittime ma solo feriti. Di conseguenza l’aeroporto di Tenerife si trovò ad affrontare un traffico aereo al di sopra delle sue possibilità. Era ancora gestito da militari, come accadeva durante il regime franchista. Per cui le comunicazioni della torre di controllo erano stringate ed assertive. Ed inoltre la lingua inglese non era fluente. Il volo Pan am atterrò in attesa di ripartire. Nel frattempo si era alzato il maltempo. E quando gli fu dato il via per la ripartenza, non era chiaro se si trattasse della pista uno o tre. Anche l’altro volo KLM era in procinto di decollare. La nebbia fitta non permetteva contatto visivo né tra i due aerei né con la torre di controllo. Di conseguenza le comunicazioni dovevano essere il più chiare possibile. Quando fu dato l’assenso ai due voli di decollare, in direzioni opposte, ed il contatto visivo tra i due fu instaurato, era troppo tardi. I due aerei hanno cercato di evitarsi invano.
Le conseguenze del disastro

In più, date le scarse comunicazioni e la nebbia fitta, i soccorritori arrivarono in ritardo. Si concentrarono sul volo della KLM, andato a fuoco, da cui nessuno uscì vivo. Mentre non avevano avuto informazioni sul volo Pan am che hanno raggiunto 20 minuti dopo. Da questo secondo volo 61 persone sono sopravvissute, e le restanti 335 sono decedute. La concomitanza di fattori ha determinato il tragico epilogo, di cui il fattore umano è stato senza dubbio il principale responsabile.