Cipolla: perché era data in pasto agli operai delle Piramidi

La cipolla è tra gli ortaggi più miracolosi e nutrienti. Varie testimonianze la consideravano in passato un piatto d’eccellenza

cipolle, potere nutriente fin dall'antichità
Cipolle (Foto Adobe Stock)

In tutti i bulbi c’è qualcosa di magico, un composto di forza vitale e di energia che scorre sottoterra, lontano dalla luce del sole. Non è una radici e contiene in sè tutto ciò di cui necessita per esistere. Può riprodursi quasi all’infinito senza curarsi troppo di quello che accade nel mondo esterno.

Un bulbo è pressochè autosufficiente e se lo si taglia in due parti si può vedere chiaramente che contiene al suo interno tutto ciò di cui la pianta ha bisogno per germogliare, sbocciare e crescere. Essenziali per la dieta mediterranea, la cipolla, l’aglio e lo scalogno sono imprenscindibili in un orto. Interrarlo nel momento giusto dell’anno è l’unica accortezza per una buona crescita.

Ecco perchè le cipolle erano mangiate anche nell’antichità

cipolle cibo per gli operai delle piramidi
cipolle (Foto Adobe Stock)

Fin dall’antichità gli ortaggi da bulbo e le cipolle in particolare sono state utilizzate sia per le proprietà medicamentose, sia come alimento. Nell’Iliade, l’immortale poema omerico, le cipolle sono citate come cibo fresco e stimolante. Nel Medioevo si considerava questo bulbo un rimedio quasi miracoloso contro il colera e la peste.

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La fama delle proprietà medicamentose dei bulbi non è usurpata. Buona parte di questi ortaggi contiene infatti il solfuro di allile, la sostanza che dà quel sapore particolare e quell’odore, tra l’acre e il piccante e le cui proprietà medicamentose sono note e sperimentate. Varie testimonianze archeologiche e letterarie suggeriscono che cipolle, aglio e porri già coltivati nell’Egitto dei Faraoni.

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La testimonianza più autorevole è quella dello storico greco Erodoto di Alicarnasso che riporta il testo di una lapide affissa sulla grande piramide di Cheope, fatta costruire da re faraone della IV dinastia (4500a.C). Sull’argomento scrive: “Con le lettere dell’alfabeto egiziano venne indicato sulla piramide la quantità di rafani, aglio e cipolle destinati ad alimentare i lavoratori… l’interprete che mi lesse l’iscrizione disse anche che per quel cibo si erano spesi 1600 talenti d’argento!”