Ceci, allerta mondiale: cosa sta succedendo causa clima

Tra i tanti cambiamenti imposti dal surriscaldamento climatico, le coltivazioni rappresentano un problema cruciale: l’allerta mondiale che colpisce il mercato dei ceci 

Ceci allerta mondiale
Ceci (Pixabay)

Preziosi legumi per l’elevato apporto nutritivo, i ceci sono diffusi e consumati in numerosi luoghi del mondo, dove rivestono particolare importanza per alcune popolazioni che ne fanno un ingrediente principe della loro cucina. Utilizzati proprio in modo naturale, oppure sotto forma di farina, ma anche alla base di numerosi preparati, sono estremamente richiesti nel mondo. Proprio per tale ragione, la situazione che ad oggi colpisce il mercato di questo prodotto è allarmante e difficilmente recuperabile nel breve tempo.

La causa principale dell’allerta che colpisce il settore del commercio di ceci è il surriscaldamento climatico, le cui temperature elevate non rendono favorevoli le condizioni di coltivazione, per un conseguente aumento dei costi e difficoltà a perseguire i raccolti. Molti gli stati tra i principali produttori mondiali che si trovano in situazioni avverse per garantirne la continuità, provocando una percentuale di carenza rispetto ai raccolti annui precedenti davvero rilevante per l’anno in corso.

Allerta mondiale: carenza di ceci

Ceci allerta mondiale
Ceci (Pixabay)

Tra i tanti danni causati dal surriscaldamento climatico, diretta conseguenza dell’inquinamento, a risentirne in modo incisivo e spesso irreversibile sono le coltivazioni. Interi raccolti possono essere compromessi dalle condizioni metereologiche avverse, in particolar modo in ambienti siccitosi, dove lo scarseggiare dell’acqua mette a repentaglio il sistema di irrigazione. In questo momento il mondo attraversa una crisi rilevante in tal senso, con particolari alimenti che subiscono per primi le conseguenze della situazione atmosferica.

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I ceci sono tra quelli più colpiti su espansione globale, a causa delle problematiche affrontate dalle principali case produttrici, che hanno dovuto fronteggiare le elevate temperature. La situazione ha assunto scenari drammatici, al punto in cui alcune località di spicco della produzione hanno eliminato la semina, sostituendo il prodotto con altre coltivazioni più redditizie. Tra tutti, un esempio è il Nord Dakota ad aver adottato questa linea, prediligendo grano e mais per l’agricoltura. I ceci rischiano di essere destinati ad un netto calo nel commercio, nonostante il loro diffuso utilizzo, grazie anche all’apporto nutritivo che offrono.

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Alla situazione climatica, si aggiunge la guerra in Ucraina, impossibilitata alla semina del prodotto. Anche la Russia, solitamente produttrice del 25% del commercio di ceci globale, ne ha interrotto le esportazioni. Una terza causa dell’allerta mondiale per carenza di ceci è dovuta a problematiche inerenti ai trasporti, dove i traffici commerciali, solitamente avviati via nave, per alcune criticità presenti su specifiche rotte, devono necessariamente modificare il mezzo di trasporto, per tempistiche dilungate e inevitabili sovrapprezzi. Il rischio concreto è che nel 2022 vedremo diminuire del 20% la distribuzione di ceci, elemento nutritivo prezioso sia per le proprietà alimentari che per l’utilizzo in diffusi preparati.