Buco gravitazionale nell’Oceano Indiano: scoperti nuovi dettagli

E’ stato scoperto un buco gravitazionale nell’Oceano Indiano. I dettagli scoperti sono alquanto succulenti. Andiamo a fare il punto della situazione.

Oceano Indiano
Oceano Indiano (foto da Instagram) – Ecoo.it

Che forma ha la nostra Terra? Sicuramente avrai risposto dicendo che il pianeta presenta una sfera uniforme o un ellissoide, ossia sfera leggermente schiacciata ai poli. Una risposta corretta ma imprecisa in quanto in realtà la Terra ha la forma del geoide: in questo modo si terrà conto altresì delle varie irregolarità gravitazionali che determinano depressioni e protuberanze lungo la superficie terrestre.

Irregolarità che tengono conto del fatto che la Terra non presenta una superficie omogenea ma ha delle aree più dense di altre. Questo è quanto sostenuto e spiegato da Attreyee Ghosh, co-autrice dello studio – che adesso vi andremo a svelare – nonché docente presso il Center for Earth Sciences dell’Indian Institute of Science.

Buco gravitazionale nell’Oceano Indiano, i dettagli

Il “buco gravitazionale” dell’Oceano Indiano è il punto più basso del geoide e di conseguenza è la più grande anomalia gravitazionale. Questa è stata scoperta nel 1948 dal geofisico olandese Felix Andries Vening Meinesz nel corso di un’indagine gravitazionale in mare. La Ghosh sul punto ha rilevato: “È di gran lunga il minimo più significativo del geoide e finora non si è arrivati a un consenso sulla sua origine”.

buco gravitazionale
Pianeta illuminato (foto da Pixabay) – Ecoo.it

Un’indagine da cui è emersa che i responsabili della bassa gravità della zona interessata dall’Oceano Indiano sono delle anomalie a bassa densità. Si fa riferimento a materiali più leggeri nel mantello superiore e medio al di sotto dell’IOGL. Quest’ultimo nella fattispecie, formatosi all’incirca  20 milioni di anni fa, si trova in corrispondenza dei resti di un antico fondale oceanico, per chi non lo sapesse il suo nome è Titide.

Era lui che 200 milioni di anni fa separava i supercontinenti Laurasia – ovvero rispettivamente il Nord America, la Groenlandia, l’Europa e l’Asia, esclusa l’India-  e pure la Gondwana cioè Sudamerica, Africa, India, Medio Oriente, Antartide e Oceania. Quando, l’India si è separata dalla Gondwana, il tutto risale a decine di milioni di anni fa, il fondale di Tetide è sprofondato nel mantello e potrebbe aver provocato la formazione di pennacchi, avvicinando il materiale a bassa densità direttamente alla superficie terrestre.

Il futuro dell’IOGL

IOGL oceano Indiano
IOGL futuro (foto da Instagram) – Ecoo.it

IOGL, non si sa quale sarà la sua sorte, se ci sarà in futuro o meno perché dipende tutto da come si muovono queste anomalie di massa: potrebbe persistere ma può accadere altresì che i movimenti della placca agiscano in modo tale da farla scomparire.