Da bottiglie di plastica a un comodo divano: come avviene la trasformazione

Da bottiglie di plastica destinate a diventare rifiuti a bellissimi e comodissimi divani: come avviene questo meraviglioso processo di trasformazione.

Bottigliette riciclo
Bottigliette (Foto da Canva) – Ecoo.it

Si tratta dell’attività inaugurata da alcuni ragazzi di Milano che, con grande intuizione e spirito di iniziativa, hanno ideato un modo per riciclare in maniera intelligente tantissime bottigliette in plastica per trasformarle in comodissimi divani e poltrone da esterno o da giardino. L’intento è più che lodevole e pone un accento sulle soluzioni ecologiche per arredare casa senza inquinare o utilizzare nuovi materiali inquinanti.

Ogni anno, nel mondo, vengono riversate milioni di tonnellate di plastica che finiscono nei mari e negli oceani distruggendo la fauna marina e provocando seri danni a tutto l’ecosistema. Questa iniziativa non solo permette di arredare casa in modo elegante ed economico, ma salvaguardia anche l’ambiente già saturo di materiali altamente inquinanti.

Da bottiglie di plastica a divani da esterno: come funziona

E se vi dicessimo che delle bottiglie di plastica possono essere riutilizzate per diventare dei confortevoli divani da esterno? E’ quanto realizzato da una giovane azienda milanese che trasforma i rifiuti in plastica in arredamento elegante e di qualità per balconi, terrazze o giardini. Ma come funziona?

Attraverso processi meccanici, e senza utilizzare sostanze chimiche inquinanti o peggio combustibili fossili che poi finirebbero nell’atmosfera, si riducono le bottigliette in plastica in piccolissimi frammenti che a loro volta vengono scomposti in polimeri e poi in filamenti morbidissimi.

Riciclo bottigliette
Riciclo (Foto da Canva) – Ecoo.it

Proprio questi filamenti andranno a comporre il divano e le poltrone per arredare casa vostra con materiali riciclati e con un occhio di riguardo all’ambiente già saturo di materiali inquinanti e non biodegradabili. La comodità è assicurata e la qualità anche, si tratta infatti di materiali particolarmente resistenti anche al sole, ad alte temperature. Plastica riciclata, metallo e alluminio, tutti materiali che a fine vita potranno essere nuovamente riciclati in modo intelligente.

Il problema incombente dei rifiuti di plastica nell’ambiente

Riciclo bottiglie
Divano (Foto da Canva) – Ecoo.it

A livello globale abbiamo già creato oltre 8,3 miliardi di tonnellate di plastica. Si tratta di una quantità enorme. Pensate all’animale più grande del mondo, la balenottera azzurra. Questa cresce fino a 173 tonnellate. Quindi, abbiamo prodotto la stessa quantità di plastica di circa 50 milioni di balene blu. Aggiungete il fatto che si prevede che la produzione di plastica raddoppierà nei prossimi 20 anni e quasi quadruplicherà entro il 2050.

E ogni anno entrano nei nostri oceani fino a 12 milioni di tonnellate di plastica, ovvero un intero camion della spazzatura al minuto.  Ma da dove proviene e come possiamo evitare che finisca lì?

Circa l’80% della plastica presente nei nostri oceani proviene da terra: si tratta della plastica che utilizziamo ogni giorno e che finisce nei nostri rifiuti o di microplastiche provenienti da oggetti come i pneumatici delle auto e persino i tappeti. Il resto viene creato dall’industria della pesca, dove le reti vengono catturate, perse o addirittura gettate in mare. Le reti fantasma e gli attrezzi da pesca sono un problema enorme, direttamente collegato alla nostra passione per i frutti di mare.

Stop alla plastica monouso

Leggera, economica da produrre e praticamente indistruttibile, la plastica è stata vista come un materiale miracoloso in innumerevoli settori. Il grande problema, però, e quello che stiamo affrontando, è la plastica monouso. Quella che si usa una volta e si butta via, di cui siamo diventati dipendenti solo di recente, ma che ora ricopre le spiagge, i fiumi e inonda gli oceani. Sono gli oggetti di uso quotidiano che utilizziamo a casa e in città, ma che finiscono in mare.

Si dice che la plastica monouso costituisca circa la metà di tutta la produzione globale di plastica e nel 2018 “monouso” è stata incoronata parola dell’anno dal Collins Dictionary, a dimostrazione del livello a cui si è insinuata nelle nostre vite. Grazie all’instancabile lavoro di molte ONG, alla grande attenzione dei media, la consapevolezza e la preoccupazione dell’opinione pubblica non sono mai state così alte.