Animali da macello: la campagna 8hours cerca di dare loro maggiore dignità

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Sono più di un milione, per l’esattezza 1.103.428, le firme che hanno aderito alla campagna 8hours e che chiedono a gran voce un trattamento più umano per gli animali da macello. Anche se si tratta di animali allevati per diventare cibo per noi essere umani, questo non vuol dire che debbano essere sottoposti a torture ingiustificate. Questa situazione è stata messa sotto i riflettori proprio con la raccolta di firme per la campagna 8hours, presentate poi al commissario Ue, per andare verso una modifica della normativa.

La proposta, consegnata giovedì a John Dalli, è stata resa possibile grazie all’impegno dell’associazione per la protezione degli animali Animals’ Angels che da anni si occupa di sostenere questa iniziativa, un progetto che raccoglie anche l’approvazione di 130 deputati, dall’italiano Andrea Zanoni dell’Italia dei Valori fino all’olandese popolare Esther de Lange, senza dimenticare Pavel Poc – socialista della Repubblica Cieca- e lo svedese Carl Schylter, schierato per i verdi.
Lo scopo della proposta è quella di ridurre e di eliminare le inutili sofferenze a cui sono sottoposti gli animali costretti al macello: vengono solitamente obbligate a viaggi estenuanti in condizioni misere e non c’è nessuna legge che lo impedisca. Gli animali, infatti, oggi potrebbero iniziare il loro drammatico viaggio nell’Europa dell’Est e finirlo in Spagna, ad esempio, subendo il supplizio di un trasporto lunghissimo, la sete e la fatica, con il rischio di morire ben prima di raggiungere la meta.
Va infatti considerato che questa normativa proposta non mira solo a un maggiore rispetto degli animali, ma anche ad una migliore sicurezza alimentare per il controllo della qualità dei cibi che arrivano poi sulle nostre tavole.
L’associazione Animals’ Angels vede l’impegno costante di tanti volontari, interessati alla causa a tal punto da seguire il percorso degli animali, dare da bere a chi non ce la fa più e obbligare i guidatori a delle soste forzate, anche a costo di intercettare carichi illegali e mettere a rischio la propria incolumità. Un comportamento lodevole, soprattutto perché speso nei confronti di animali di cui la maggior parte della gente non si curerà, le cui storie potrebbero essere facilmente e comodamente dimenticate, e che invece ora più che mai diventano d’attualità, nella speranza che possano avere il più dignitoso lieto fine possibile.
photo: Ro Irving