Giraffa Marius, un nuovo caso d'uccisione in un altro zoo danese? [FOTO & VIDEO]

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Dopo quello della giraffa Marius, balza agli onori della cronaca la vicenda di un altro esemplare, che uno zoo danese avrebbe condannato a morte. Il caso riguarderebbe lo Jyllands Park Zoo e la giraffa in questione si chiama anch’essa Marius. L’animale ha 7 anni e sono state avanzate, nei suoi confronti, delle ipotesi di una barbara eliminazione, in base a delle motivazioni piuttosto particolari. La giraffa, secondo gli amministratori dello zoo, potrebbe diventare di troppo, se si riuscirà ad acquistare una giraffa femmina.

Secondo il parere dato dai gestori, non ci sarebbe bisogno più di tenere in vita Marius, perché la struttura ha già un maschio più giovane, Elmer. Il direttore dello zoo ha detto che non è possibile avere all’interno della struttura due maschi e una femmina, perché tutto ciò potrebbe generare delle lotte. Sembra incredibile, ma i motivi che stanno alla base della decisione dell’uccisione di Marius sono proprio questi. I gestori dello zoo danese non sembrano affatto manifestare l’intenzione di cambiare idea, perché, da questo punto di vista, lasceranno decidere al coordinatore del programma di allevamento. Se quest’ultimo decidesse di far abbattere Marius, l’animale dovrà sottoporsi alla sua triste fine. Il tutto senza alcun problema etico, senza nemmeno porsi la questione di quanto la soluzione escogitata potrebbe essere violenta, oltre che semplice ed economica. L’unica possibilità per la salvezza di Marius sarebbe dettata dall’opportunità di essere trasferito in un altro zoo. Il problema è che, anche da questo punto di vista, le chances non sono molte.
Il primo caso
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Non sono bastate le numerose proteste a salvare la vita della giraffa Marius, che è stata uccisa perché “di troppo”. La vicenda ha scatenato l’ira degli animalisti, fin da quando si è saputo che la giraffa, un cucciolo maschio di un anno e mezzo, sarebbe stata uccisa allo zoo di Copenaghen. La decisione dei responsabili della struttura aveva provocato l’indignazione di molti, che si erano battuti con petizioni online e con numerose proteste per evitare la morte dell’animale. Purtroppo l’epilogo è stato tragico: la giraffa è stata uccisa con un colpo alla testa, è stata smembrata davanti ai visitatori e data in pasto ai leoni.
Marius è stata fatta a pezzi davanti ad una folla di visitatori, tra i quali c’erano anche dei bambini. Tra le foto dei presenti è avvenuta la tragica fine della giraffa, che è stata in seguito data in pasto ai leoni, dal momento che, secondo il direttore scientifico dello zoo, “sarebbe assolutamente sciocco buttare via qualche centinaio di chili di carne”. Una vicenda molto triste, che aveva fatto scatenare le proteste di chi si diceva fermamente contrario a questa storia. Su Facebook sono nati molti gruppi di protesta, con più di 5.000 persone iscritte, mentre migliaia di persone avevano preso parte a diverse petizioni, in lingua inglese e in danese.
La giraffa è stata uccisa non per motivi di salute, ma perché in sovrannumero. Le norme secondo le quali è avvenuta la tragedia, secondo i responsabili dello zoo, sono state prese per “prevenire la consanguineità”. Era stato proprio il direttore dello zoo a spiegare i motivi secondo i quali è stata presa la decisione. Secondo il responsabile, eliminare Marius era “necessario”. Il tutto per “evitare la consanguineità nel gruppo e mantenere bene la popolazione delle giraffe”. Secondo il direttore dello zoo, “se tutte le specie si riproducono bene, poi si deve accettare che ci sia un surplus di animali che non possono essere inclusi nella catena genetica senza causare problemi di consanguineità”.
Un evento di “barbarie inaudita”. Con queste parole la vicenda è stata definita dall’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, che ha commentato la triste fine di Marius mettendo in discussione il ruolo degli zoo. A parlare è stata Ilaria Ferri, il direttore scientifico dell’organizzazione, che ha fatto un appello: “Invito le persone a non visitare zoo e altre strutture di cattività perché in tal modo si rendono correi e corresponsabili di un sistema coercitivo e di violenza, che priva gli animali della loro libertà e che spesso ne causa la morte, come accaduto alla povera giraffa”.