Sistema Solare, chi dice che entro 5 anni potremmo uscirne?

Il fascino dello spazio è fatto anche dalla possibilità un domani per l’essere umano di esplorare oltre i confini del sistema solare. Una possibilità che si è appena fatta molto meno remota

quanto tempo ci vuole per uscire dal sistema solare
Lancio di un razzo (Foto da Canva – Ecoo.it)

Serie TV storiche, film che hanno fatto dello spazio un luogo iconico, opere di ogni genere multimediali e non che immortalano un futuro in cui gli esseri umani incontrano specie di altri pianeti e con loro intessono rapporti interpersonali. Questo è il futuro che molto spesso immaginiamo e che prima o poi si realizzerà. È tutta una questione di progresso della tecnologia e in particolare della tecnologia di propulsione dei mezzi che dovrebbero portare gli astronauti e poi gli esseri umani comuni là dove nessun uomo è mai giunto prima ai confini magari di una galassia lontana lontana.

Le distanze nello spazio si misurano non in chilometri ma in anni o in anni luce. Spazi enormi hanno bisogno di misure di grandezza che siano all’altezza. Ma dalla NASA arriva ora una nuova promettente forma di propulsione che potrebbe accorciare di molto i tempi necessari per uscire proprio dai limiti del sistema solare, riducendo di gran lunga i decenni che le sonde, tra le più famose la sonda Voyager, hanno impiegato in passato per superare le Colonne d’Ercole del cielo.

Via dal sistema solare con il pellet

Non si tratta di creare delle astronavi a vapore ma la fascinazione del termine utilizzato dai ricercatori della NASA è innegabile. Si tratta di un sistema denominato pallet beam. Una tecnologia che è una evoluzione creata a partire dai raggi laser ma dai quali si differenzia. Come si legge anche sul sito ufficiale della NASA nel post in cui l’Agenzia Spaziale Americana spiega la nuova propulsione a fasci di pellet si parla di una nuova architettura di propulsione che ha come obiettivo quella di riuscire a spostare carichi superiori alla tonnellata.

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Astronauta nello spazio (Foto da Canva – Ecoo.it)

Questo significa che si tratta quindi effettivamente di un nuovo sistema di propulsione pensato non per portare qualche sonda a zonzo nel cosmo ma per portare strutture pesanti e, questo si può leggere in controluce, con equipaggio umano e strumentazione a bordo. Si tratta di una tecnologia che si ispira anche alle cosiddette vele già in fase di studio e di sperimentazione.

A piccoli passi fuori dai confini

pellet beam
Diagramma dal sito ufficiale NASA (Foto da NASA – Ecoo.it)

I numeri riportati sul sito ufficiale della NASA parlano di una serie di particelle che vengono emesse in rapida successione sempre attraverso un laser e questo nuovo sistema potrebbe riuscire a portare a una riduzione sostanziale dei tempi necessari proprio per attraversare tutto il sistema solare. La NASA parla di meno di un anno per raggiungere i pianeti che si trovano ai limiti del sistema solare, tre anni per coprire 100 unità astronomiche, ovvero 100 volte la distanza che c’è tra la Terra e il Sole: 150 milioni di chilometri. L‘Agenzia Spaziale Americana ha ricevuto i fondi per passare dalla teoria ai fatti il che significa che i primi risultati potrebbero effettivamente arrivare tra 5 anni. Lo spazio si fa più piccolo e vicino.