Rifiuti spaziali, iniziano ad essere un serio problema: satelliti in orbita manovre per evitarli

I rifiuti spaziali sono diventati tanto ingombranti da obbligare i satelliti a manovre per evitarli: andiamo a vedere insieme il punto della situazione

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Satellite (Foto Pixabay) – Ecoo.it

Il problema dei rifiuti attanaglia il Pianeta da sempre e la sua risoluzione passa attraverso la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero dei materiali per cui è possibile farlo. Il mondo produce circa 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno e i principali responsabili sono i paesi ad alto reddito che generano un terzo del totale mondiale della spazzatura. Le ragioni risiedono nella crescita economica, della popolazione e dell’urbanizzazione. Nei paesi a basso reddito, invece, il 90% dei rifiuti viene smaltito in discariche a cielo aperto dove la prassi è bruciare la spazzatura con le conseguenze di inquinamento atmosferico note. Ogni anno si producono circa 125 milioni di tonnellate di plastica di cui l’80% diventano rifiuti che vengono rilasciati per mare e per terra inquinando tutto il mondo.

Le stime seguono la relazione tra la crescita economica e la produzione di rifiuti e certificano una previsione di 3,88 miliardi di tonnellate di rifiuti entro il 2050. E’ necessario dunque procedere con strategie e politiche volte al perseguimento del disallineamento di questa interconnessione catastrofica, procedendo ad una gestione dei rifiuti che applichi sistemi più efficienti, seguendo in modo più consapevole un approccio di economia circolare. Disaccoppiare i due indicatori è fondamentale in previsione della crescita economica futura dei paesi meno sviluppati, incoraggiando comportamenti virtuosi e applicando metodologie che promuovano la riduzione della produzione di spazzatura ad ogni latitudine.

Oltre la Terra

Da una quindicina di anni i rifiuti sono arrivati a riempire anche lo spazio attorno alla Terra, detriti e frammenti risultanti dalle missioni spaziali passate, che hanno composto un insieme di 23mila rifiuti, identificabili tra frammenti di satelliti, razzi e sonde, un inedito accumulo di spazzatura spaziale. Nel cosmo quindi fluttuano centinaia di milioni di rifiuti che ingombrano a tal punto lo spazio da costringere i satelliti in orbita ad effettuare complesse manovre per evitare contatti e scontri che andrebbero a danneggiare i preziosi e sofisticati dispositivi.

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Inquinamento spazio (Foto Adobe) – Ecoo.it

La situazione che si è consolidata è ovviamente molto pericolosa, poiché si potrebbe compromettere la strada delle missioni spaziali previste all’interno dell’ambito della ricerca spaziale che tanto può aiutare la vita sulla Terra. Senza considerare la precarietà che si potrebbe ingenerare nei servizi forniti dai satelliti, sui quali si basano moltissime attività terrestri di importanza vitale. Inoltre, senza una riduzione del rilascio di rifiuti spaziali, l’aumento esponenziale produrrà quello che viene definito effetto Kessler che si concretizza nel momento in cui i detriti dovessero iniziare a collidere fra loro rendendo pressoché inutilizzabile lo spazio intorno alla Terra.

Gli interventi

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Immagine satellite (Foto Adobe) – Ecoo.it

Intervenire al più presto è l’unico modo per scongiurare questi effetti deleteri, da un lato rimuovendo i detriti con una grande massa, dall’altra ridurre in modo significativo il rilascio di frammenti nello spazio. Purtroppo sono proprio i satelliti i maggiori responsabili della gran parte dei rifiuti galleggianti nell’orbita terrestre e quindi dell’inquinamento dello spazio, ma rimangono di estrema importanza per molti aspetti della vita sulla Terra.

L’esigenza di contrastare attivamente l’accumulo dei detriti spaziali ha prodotto la preparazione di vere e proprie missioni spaziali con l’obbiettivo di spingere i detriti a contatto con l’atmosfera terrestre in modo che possano essere distrutti per attrito ed eliminati. Inoltre si stanno valutando programmi spaziali che utilizzino laser, funi ed imbracature per spostare e trascinare gli oggetti galleggianti nell’orbita terrestre. Esiste anche un progetto denominato CleanSpace che sta analizzando le tecnologie relative alla robotica avanzata, al fine di catturare i detriti in orbita.