Pollo nei supermercati, brutta scoperta: cosa emerge dalle analisi

Il pollo è uno degli alimenti più consumati e acquistati, ma le recenti analisi rivelano una realtà sconcertante sulla rivendita di questo prodotto: l’inaspettata scoperta rilevata

Pollo: cosa emerge dalle analisi
Pollo (Foto da Adobe)

Il pollo è uno degli alimenti più utilizzati in cucina, grazie al suo elevato apporto proteico, che si aggiunge al basso indice lipidico. Un prodotto quindi perfetto in un regime alimentare sano, povero di grassi ma ricco di nutrienti, in cui si inserisce come la miglior proteina di carne animale. Ideale sia nella versione più classica che per piatti freddi in estate, è protagonista anche di pietanze più elaborate ma anche molto gustose. Questa versatilità permette all’alimento di essere selezionato da un vasto target di consumatori, comprendendo i più sportivi, gli attenti alla linea, ma anche le famiglie, grazie ai piatti preferiti dai bambini.

Tale potenzialità evidenzia il pollo come uno dei prodotti maggiormente acquistati al supermercato e frequentemente inserito all’interno delle abitudini alimentari. Tuttavia vi sono alcune controindicazioni da prendere in considerazione, soprattutto per quanto concerne la sua conservazione ed il trattamento previa cottura. Il rischio di contaminazioni batteriche non è infrequente, ed è a questo proposito che si riferiscono le ultime analisi condotte sull’alimento acquistato al supermercato, svelando scenari preoccupanti e totalmente inattesi. Il risultato della ricerca sottolinea una realtà sconcertante, una scoperta che formula una nuova visione sulla rivendita di pollo

Pollo al supermercato: le analisi

Pollo: cosa emerge dalle analisi
Pollo (Foto da Adobe)

Il pollo rappresenta senza dubbio una delle scelte più adottate dai consumatori dinanzi alle scelte proposte dal reparto carte durante la spesa al supermercato, complice la sua trasversale versatilità in cucina. Largamente utilizzato per numerosi tipi di regime alimentare, è amato dai grandi e dai più piccoli, ragione per cui è necessario conoscere i metodi di conservazione e trattamento ottimali. Un’affermazione che in seguito alle ultime ricerche condotte sui prodotti analizzati dagli scaffali dei supermercati riceve maggiore significato. A condurre la ricerca sul pollo è Altoconsumo, l’associazione più corposa per la difesa dei consumatori in Italia, che ha evidenziato un dato davvero allarmante.

Leggi anche: Conad, wurstel da restituire: cosa hanno trovato all’interno

Testando diversi marchi di pollo, sono stati rilevati batteri riconducibili a Campylobacter e Salmonella infantis su una percentuale che supera la metà dell’intero campione di analisi: su 40 test, ben 22 sono risultati contaminati. Il rischio patogeno correlato ai batteri, può provocare sintomatologie riconducibili al tratto gastrointestinale, come nausea e diarrea, ma anche febbre e debolezza. Altroconsumo specifica tuttavia si trattino di microrganismi rientranti nei limiti imposti dalla normativa vigente, ma che non dovrebbero tuttavia contaminare il cibo, in quanto potenzialmente rischiosi per la salute.

Leggi anche: Carote indicate per l’abbronzatura: cosa molti non sanno

Il motivo per cui è possibile riscontrare tracce di questi batteri sulla carne di pollo è da riscontrare nell’intera filiera, dalla produzione al trasporto, fino alla mancata corretta conservazione all’interno dei reparti frigo del supermercato. Il pericolo collegato ai batteri Campylobacter e Salmonella infantis possono essere scongiurati attraverso la cottura della carne e al corretto trattamento. Oltre ad un’accurata cottura, è importante igienizzare le superfici con le quali entra in contatto la carne cruda, ma anche lavare correttamente le mani così da evitare ulteriori rischi.