La Giornata nazionale degli alberi, che in Italia ricorre ogni 21 novembre, è oggi riconosciuta ufficialmente dalla Legge 10/2013, ma le sue radici affondano molto più indietro nel tempo, intrecciandosi alla storia culturale, politica e sociale del nostro Paese.
Fin dall’antichità gli alberi sono stati simbolo di vita, prosperità e protezione: nell’antica Grecia venivano celebrati con feste specifiche e comparivano nelle narrazioni mitologiche, mentre per i Romani i boschi erano classificati in varie categorie – sacri, olimpici, monumentali, infausti – e venivano consacrati alle divinità. Una delle ricorrenze più note era la Festa Lucaria, il 19 luglio, dedicata alla misteriosa divinità dei boschi.

Da sempre, insomma, piantare alberi per celebrare ricorrenze o ricostruire aree deforestate è stata una pratica diffusa, anche già in epoche remote: simulacri e decorazioni celebravano, in caso di eccezionale attecchimento, le nuove piantagioni. Il legno aveva un valore strategico per la sopravvivenza delle comunità e la cura dei boschi era considerata una necessità vitale. Ma come si arriva alla Giornata nazionale degli alberi come la conosciamo oggi.
L’idea moderna della Festa degli Alberi
L’origine istituzionale della Festa degli Alberi in Italia si deve allo statista Guido Baccelli, ministro della Pubblica Istruzione, che alla fine dell’Ottocento, ispirato dall’Arbor Day statunitense, ricorrenza istituita nel 1872 dal governatore del Nebraska J. Sterling Morton per ricostruire un territorio devastato dalla deforestazione, propose di introdurre anche in Italia una giornata educativa dedicata agli alberi. Con la circolare del 27 giugno 1899, Baccelli invitò le scuole a organizzare escursioni e cerimonie di piantagione.

Sottolineò in quell’occasione la necessità di scegliere specie adatte, preparare adeguatamente il terreno e affidare la spiegazione del significato dell’evento agli insegnanti. Appena due mesi dopo, Castiglione dei Pepoli, nel bolognese, organizzò la prima festa degli alberi, grazie alla Società Pro Montibus et Sylvis. Poche settimane dopo, il 16 ottobre 1899, anche Bologna celebrò la festa coinvolgendo tutte le scuole e le autorità locali.
Perché viene scelta la data del 21 novembre
La ricorrenza assunse un carattere nazionale con la celebrazione a Roma il 21 novembre 1899, alla presenza della Regina Margherita e delle principali autorità dello Stato: furono messe a dimora 500 piante e fu apposta una lapide commemorativa. Nel 1902, divenuto Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio, Baccelli riuscì a istituzionalizzare la Festa degli Alberi tramite Regio Decreto, ma non scelse una data unica per questa celebrazione.

Nonostante il successo iniziale, la Festa degli Alberi attraversò un periodo di declino: la scarsa alfabetizzazione nelle aree montane e la difficoltà pratica di imporre il rimboschimento in territori poveri e ripidi frenarono la partecipazione. In epoca fascista, enfatizzata dalla retorica tipica di quel ventennio, la festa tornò in auge, ma solo nel secondo dopoguerra, la circolare del 1951 del ministro dell’Agricoltura e delle Foreste Amintore Fanfani stabilì ufficialmente la Festa dell’Albero il 21 novembre.
La Festa degli alberi oggi
Per diversi decenni, fino alla fine degli anni Settant, la ricorrenza ebbe una forte rilevanza nazionale, poi la sua gestione fu delegata alle Regioni, poi una legge del 1992 introdusse addirittura l’obbligo di piantare un albero per ogni neonato, norma applicata tuttavia con difficoltà per carenza di fondi e spazi adeguati. Si arriva alla celebrazione come la conosciamo oggi grazie alla Legge 14 gennaio 2013, n. 10, che riconosce il 21 novembre come Giornata nazionale degli alberi.
La legge inserisce la festa nella strategia nazionale di riduzione delle emissioni, in base al Protocollo di Kyoto, valorizza le tradizioni culturali legate agli alberi, promuove la prevenzione del dissesto idrogeologico e la tutela del suolo e incentiva iniziative nelle scuole e nelle università per diffondere consapevolezza ambientale. Celebrare oggi l’albero vuol dire riconoscere il suo ruolo strategico nella lotta al cambiamento climatico, nella qualità dell’aria, nella tutela del territorio e nella vivibilità urbana.