Monte Faggiola: le energie rinnovabili mettono a rischio la vita di alcuni animali rari

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Territorio di natura incontaminata e tutela ambientale, silenzio e pace. È questo l’alto Mugello, in particolare il Monte Faggiola, lì dove vivono liberi animali rari come il falco pellegrino, l’aquila reale e il gatto selvatico. Uno spazio di pace, che però ora rischia di essere messo a rischio dall’innovazione tecnologica, anche se si tratta di un’innovazione finalizzata alla produzione di energia in modo eco-compatibile.

Le energie alternative possono dunque essere in contrasto con la protezione dell’ambiente? Sì, se si pensa che in un parco naturale si possa creare un impianto eolico, lì proprio lì dove vivono sereni alcuni animali in estinzione. Il problema si pone proprio nella zona dell’alto Mugello, un’area dove un’azienda milanese vorrebbe costruire un impianto di energie rinnovabili, in particolare un parco eolico.  
Oltre alla protezione degli animali è a rischio tutto l’ecosistema, e per questo è già attiva una mobilitazione a sostegno dell’habitat naturale. La richiesta, infatti, non è quella di non costruire un impianto di energia pulita, ma di farlo in una zona industriale che sia predisposta ad accogliere questo genere di strutture. L’idea è perfettamente coerente con la politica di tutela del verde pubblico che è stata applicata in questi anni nell’area e mira a mantenere intatto l’equilibrio tra flora e fauna. La costruzione di impianti eolici, infatti, metterebbe a rischio anche la vita stessa degli animali, che non troverebbero più né cibo né riparo: questa, sia chiaro, non è una battaglia contro le fonti alternative, purché siano razionalizzate e posizionate con coerenza e con rispetto del territorio -oltre che dei vincoli paesaggistici-.