Una famiglia italiana vittima del monossido di carbonio, solo per caso sono salvi: ma quali sono i rischi derivanti da questo killer silenzioso.
In queste ore, una famiglia di sei persone, residente a Castello di Godego, nel trevigiano, è stata ricoverata per sospetta intossicazione da monossido di carbonio. Secondo i vigili del fuoco intervenuti su richiesta del 118, le misurazioni all’interno dell’abitazione hanno confermato la presenza del gas, che è considerato un killer silenzioso. È in corso un’indagine sui sistemi di riscaldamento della casa: l’ipotesi è che siano stati proprio quegli impianti a generare il monossido.

Fino a quando non verranno effettuati gli interventi necessari, l’uso dell’abitazione è stato temporaneamente sospeso. Fortunatamente, secondo le fonti, nessuno dei sei pare fosse in pericolo di vita al momento del ricovero, ma il dramma resta e anche le tante domande che bisogna porsi sul monossido di carbonio e sui gravi rischi derivanti: appena un paio di anni fa, un episodio gravissimo si era verificato, con la morte di una famiglia in vacanza.
Ridenominato anche come “killer silenzioso”, il monossido di carbonio è un gas incolore, inodore e insapore, il che significa che non ci accorgiamo della sua presenza finché non è troppo tardi. Si nasconde, per così dire, anche in ambienti domestici, soprattutto se impianti di combustione come stufe e caldaie, in particolare se queste sono difettose o si presta poca attenzione alla manutenzione ordinaria e straordinaria.
Nello specifico, l’intossicazione funziona in questo modo: il monossido di carbonio si lega con l’emoglobina, ovvero la proteina nei globuli rossi che trasporta l’ossigeno, e lo fa molto più facilmente di quanto non faccia l’ossigeno stesso. Questo legame forma una sostanza chiamata carbossiemoglobina, che impedisce all’emoglobina di portare ossigeno ai tessuti, inoltre ci sono effetti tossici diretti a livello cellulare che possono interferire con la respirazione mitocondriale.
I segnali iniziali di un’intossicazione da monossido di carbonio sono subdoli e possono assomigliare a quelli di una banale influenza: mal di testa, nausea, stanchezza, vertigini. Davvero è molto difficile riconoscerli, soprattutto nella fase iniziale, ma col passare del tempo e continuando l’esposizione i sintomi peggiorano: può subentrare confusione mentale, sonnolenza, difficoltà di respirazione, perdita di coscienza.
Si può arrivare anche alle convulsioni e al coma, mentre proprio perché si tratta di un gas che non ha odore, colore e sapore, se colpisce nel cuore della notte, mentre si sta riposando, può portare con molta facilità alla morte. In alcune situazioni, se l’intossicazione è severa, può essere necessario un trattamento in una camera iperbarica per accelerare l’eliminazione del gas, mentre anche una breve esposizione, ripetuta nel tempo, fa sopraggiungere conseguenze a lungo termine.
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