Liguria, gli sfalci verdi non più rifiuti speciali ma potranno produrre energia

La Coldiretti, in collaborazione con la Regione Liguria, è riuscita a concludere un accordo che farà uscire gli sfalci verdi dalla categoria di rifiuti

sfalci verdi non più rifiuti
Rifiuti verdi (Foto Pixabay – ecoo.it)

Un altro passo avanti verso la tanto agognata economia circolare, dove il rifiuto non diventa mai tale, ma viene nuovamente trasformato per diventare prodotto o energia. Questa volta a dare il via è la Regione Liguria. La Coldiretti ha annunciato “importanti novità per le aziende florovivaistiche e per quelle impegnate nella manutenzione del verde”. Si tratta degli sfalci verdi. Che non sono altro che gli scarti derivanti dalla potatura delle piante, le foglie secche, fiori appassiti ed altro, tutti riassumibili nella definizione rifiuti verdi, o sfalci verdi.

E questo riguarda non solo le attività di potatura dei centri urbani, ma anche lo smaltimento dei prodotti agricoli di scarto, che finora sono stati legati a delle regole piuttosto onerose per gli agricoltori. E la Liguria, su proposta della Coldiretti, pare abbia accolto di snellire le pratiche riguardanti i rifiuti.

Sfalci verdi, cosa succede in Liguria

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Rifiuti verdi (Foto Pixabay – ecoo.it)

Tutta la questione ha origine da un decreto del Mite, datato 14 maggio 2021, in cui il testo ha escluso dalla disciplina dei rifiuti “la paglia e altro materiale agricolo e forestale naturale non pericoloso, quali a titolo esemplificativo ma non esaustivo gli sfalci e le potature effettuate nell’ambito delle buone pratiche colturali”. Che tradotto in parole semplici non significa altro che la separazione degli sfalci verdi dall’etichetta di rifiuti da smaltire. Con questa premessa è stato possibile applicare il nuovo regolamento sugli sfalci nella Regione Liguria.

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Il riutilizzo degli sfalci, come spiegano i rappresentanti della Coldiretti Liguria Boeri e Rivarossa, non solo semplifica e snellisce il lavoro dello smaltimento rifiuti in una terra densa di attività agricole, ma rende anche possibile creare nuove risorse partendo dai riufiuti verdi non contaminati.

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Questo contribuisce non solo ad un lavoro di smaltimento più sottile, ma anche all’emancipazione dell’agricoltura dal ruolo retrogrado che erroneamente la ha contraddistinta agli occhi dell’opinione pubblica. L’agricoltura contemporanea vede protagonisti giovani ed appassionati imprenditori, che hanno studiato e che hanno deciso di riportare le proprie conoscenze e la propria coscienza ambientalista al servizio del lavoro agricolo. Questa iniziativa ligure potrebbe allargarsi a macchia d’olio in tutte le Regioni limitrofe ed anche in tutta la Penisola. I presupposti ci sono tutti.