Dragaggio della sabbia: l’ONU mette in guardia sui danni ambientali

Sono stati resi noti i dati sulle attività di dragaggio a livello mondiali, operazioni di estrazioni che starebbero mettendo a rischio ecosistemi marini e comunità costiere.

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Attività di dragaggio in mare (Foto da Canva) – Ecoo.it

L’Unep (United Nations Environment Assembly), il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, ha lanciato un nuovo allarme in merito al dragaggio in tutto il Pianeta, ossia l’operazione di estrazione di sabbia dai fondali marini.

Secondo l’Agenzia dell’Onu, ogni anno viene estratta una quantità pari a sei miliardi di tonnellate di sabbia e sedimenti dai fondali, circostanza che starebbe causando importanti danni agli ecosistemi e alle biodiversità, ma anche alle comunità costiere.

Unep, i dati sulle estrazioni di sabbia al mondo: a rischio interi ecosistemi

Il dragaggio della sabbia starebbe mettendo a rischio gli ecosistemi marini e le comunità che vivono sulle coste. Questo è quanto spiegato dagli esperti dell’Unep in merito alle estrazioni dai fondali di tutto il mondo.

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Sabbia (Foto da Canva) – Ecoo.it

L’agenzia dell’Onu ha reso noti sul dragaggio affermando che ogni anno vengono estratti circa 6 miliardi di tonnellate di sabbia, l’equivalente di un milione di autocarri con cassone ribaltabile al giorno. Statistiche che potrebbero addirittura potrebbero crescere in futuro. Purtroppo, a pagare le spese di tali operazioni sono gli ecosistemi marini e le biodiversità a cui verrebbero meno i nutrienti e costretti a subire un maggiore inquinamento acustico. Non solo, le estrazioni aumenterebbero anche la torbidità dell’acqua.

A rischio, però, sono anche le comunità costiere che potrebbero doversi trovare ad affrontare forti inondazioni e tempeste derivanti dall’innalzamento del livello del mare.

Il lancio di una nuova piattaforma e le richieste dell’Unep

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Nave per il dragaggio (Foto da Canva) – Ecoo.it

Per cercare di tutelare gli ecosistemi marini e le popolazioni, l’Unep ha chiesto ai governi e le istituzioni di intervenire incrementando i monitoraggi sulle operazioni di dragaggio e fermare quelle effettuate vicino le coste. Già alcune nazioni, come Cambogia, Indonesia, Malesia, Tailandia e Vietnam, si sono mosse vietando l’esportazione di sabbia marina negli ultimi 20 anni, mentre altre non hanno ancora delle norme in merito.

In questa direzione, l’agenzia dell’Onu ha annunciato il lancio di una nuova piattaforma: Marine Sand Watch. Questo strumento analizzerà e monitorerà le attività di estrazione di sabbia, argilla, limo, ghiaia e roccia nell’ambiente marino a livello globale. La piattaforma è stata sviluppata dal GRID-Geneva, un Centro di analisi dello stesso Unep.