I risultati della perizia sul Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi: perché non basta a dirci la verità sul delitto di Garlasco.
La recente perizia genetica depositata nell’incidente probatorio sull’omicidio di Garlasco ha riportato al centro dell’attenzione scientifica e mediatica un elemento molto delicato: alcune tracce biologiche raccolte sotto le unghie di Chiara Poggi risultano compatibili con la linea paterna della famiglia di Andrea Sempio. Foto della perizia sono state diffuse ieri sera dal Tg1, ma davvero questa affermazione può “incastrare” Sempio alle sue responsabilità?

Evidentemente no e anzi questa perizia va compresa nel suo reale e pieno significato biologico e forense per evitare conclusioni affrettate: il materiale genetico recuperato sotto le unghie della vittima contiene frammenti di cromosoma Y, il cromosoma presente solo nei soggetti maschi e trasmesso di padre in figlio. Stando alla biologa genetista Denise Albani, che è stata chiamata ad analizzare il campione, bisogna andare coi piedi di piombo.
Il cromosoma Y non identifica una persona: che cosa significa
Dalla perizia emerge un supporto moderatamente forte/forte alla compatibilità del profilo Y con quello della linea paterna della famiglia Sempio. Insomma, quel Dna potrebbe essere di Andrea Sempio così come di un altro familiare del giovane, sempre di sesso maschile, ma soprattutto – questo il passaggio chiave – questo non equivale all’identificazione certa di un individuo. Il profilo genetico ritrovato viene definito “aplotipo misto parziale”, cioè equivale a un insieme di segnali genetici non completi.

Insomma, il cromosoma Y non identifica una sola persona, anzi si trasmette quasi identico lungo la linea paterna, per cui appunto padre, figlio, fratelli, cugini maschi della stessa famiglia possono condividerlo. Se un profilo Y è compatibile con un individuo, allo stesso modo può esserlo con tutti i suoi parenti maschi, ma non solo: due persone non imparentate, in rari casi, possono avere profili simili o uguali. Insomma, il cromosoma Y non consente un’identificazione individuale e deve essere interpretato con estrema cautela.
Altre problematiche riguardanti il Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi
La genetista fa altre osservazioni molto importanti, ovvero che le tracce di Dna ritrovate sotto le unghie della vittima sono miste, vale a dire provenienti da più fonti biologiche, parziali – ossia non contengono tutti i marcatori necessari – e non è nemmeno possibile stabilire se il DNA fosse sotto o sopra le unghie, né quando si sia depositato. Questo significa che non è ricostruibile il meccanismo con cui il materiale genetico sia arrivato sulle unghie della vittima.

Anche qui le ipotesi sono varie e si va dal contatto diretto alla contaminazione indiretta, oppure a un trasferimento secondario. Altro rilievo: un DNA rinvenuto non coincide automaticamente con un’azione violenta o con un determinato momento temporale. In definitiva, al di là dei titoloni che trovate ovunque, compatibilità genetica non significa prova di colpevolezza e anzi le analisi genetiche in questione rappresentano un tassello dell’indagine, non una prova autonoma e decisiva. Andrea Sempio non è stato “incastrato”.