Come indicatore biologico il gambero della Louisiana: il progetto

Il gambero della Louisiana è originario dell’America, ma ormai è onnipresente nelle acque europee, mettendo in pericolo le specie autoctone in quanto molto aggressivo. Ora è usato in un modo virtuoso diventando un indicatore biologico: scopriamo maggiori dettagli sull’innovativo progetto, in cui sono coinvolti dei ricercatori italiani.

Gambero e quel progetto
Gambero (Pexels) – Ecoo.it

Arriva un importante progetto con protagonista un crostaceo particolarissimo: stiamo parlando del gambero della Louisiana, usato nell’ambito di una nuova sperimentazione.

Noto anche Procambarus clarki, questo animale marino è famoso per la sua aggressività: arrivato dall’America sta mettendo a rischio dei specie marine marine in Europa, Italia compresa.

Questo gambero rosso è stato usato dai ricercatori dell’Università di Parma per mettere in atto un progetto europeo, chiamato “Life Claw”, della durata dei 5 anni. In questa iniziativa il gambero della Louisiana è impiegato come indicatore biologico: scopriamo più da vicino come funziona questa sperimentazione.

Il gambero della Louisiana diventa un indicatore biologico: il progetto

Dal colore rosso, arancio e blu, il gambero della Louisiana è originario del delta del Mississipi, per poi essere stato portato anche in Europa, per usi alimentari e decorativi. Con lo scorrere del tempo nelle acque europee sta prendendo il sopravvento, aggiudicandosi il primato di gambero killer.

Il gambero della Louisiana usato come indicatore biologico: la novità
Gambero (Pexels)- Ecoo.it

Robusto e molto forte – dotato di chele massicce – questo gambero rosso ha un ciclo di vita breve, ma si riproduce in tempi davvero rapidi e in quantità massiccia.

Questi particolari gamberi sono al centro del progetto finanziato dall’Ue e realizzato con la collaborazione dell’università di Parma. “Life Claw” è un’importante iniziativa che si articola in programma di 5 anni, con  protagonista questa specie di gambero proveniente dall’America: è attuato nelle zone della Liguria e dell’Emilia-Romagna.

Il suo obiettivo è contenere l’impatto di questi crostacei e usarli come spia dell’inquinamento presente nei mari e nei laghi (scopri qui un approfondimento a tema inquinamento e mare).

Il gambero della Louisiana al centro dell’importante iniziativa: usato come spia dell’inquinamento

Gambero e il nuovo progetto: cosa sapere
Gambero (Pexels)- Ecoo.it

Il progetto europeo “Life Claw” è coordinato dal Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano: della durata di 5 anni, è arrivato al suo quarto anno.

Si tratta di un programma con cui il gambero della Lusiana viene contenuto per lasciare a quelli autoctoni la possibilità di svilupparsi.  Purtroppo questi gamberi americani sono considerati tra i maggiori responsabili dell’estinzione di specie originarie di alcuni laghi italiani: non a caso questi crostacei sono battezzati come killer. Pertanto con l’iniziativa Life Claw si mira a monitorali e tenerli sotto controllo (qui ti abbiamo invece parlato del granchi blu e del suo impatto in Italia).

Inoltre questo particolare granchio viene usato nella sperimentazione come indicatore biologico, per segnarlare quanto le acque siano inquinate. Infatti all’interno di questa specie si accumulano dei residui ambientali antiparassitari che vengono sfruttati come sentinelle, permettendo di monitorare l’inquinamento dell’acqua dettato dalla presenza di micro plastiche.

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