Alcuni studiosi si sono occupati degli aquiloni del deserto, ma di cosa si tratta e a cosa servivano risalenti a migliaia di anni fa?
Avete mai sentito parlare degli aquiloni del deserto? Sono delle costruzioni di grandissima dimensione risalenti al periodo Neolitico: è possibile ammirare la loro bellezza in Arabia Saudita, Armenia, Kazakistan e Giordania.
Da tempo stuzzicano la curiosità di turisti e studiosi, ma come erano realizzati? Pietre, mura, stradine e vicoli senza un via d’uscita. Inoltre erano presenti pozzi che potevano raggiungere i 10 metri di altezza. Grazie ad alcuni studi è emerso un dettaglio fondamentale che riguarda proprio la conoscenza approfondita dello spazio.
Aquiloni del deserto, cosa pensano gli esperti in merito?
Sono diversi gli studi che sono stati condotti nel corso del tempo per capirne la loro funzione e dopo parecchie analisi è stato finalmente svelata. Pensate un po’, gli aquiloni venivano progettati e costruiti per catturare gli animali.
La loro lunghezza poteva andare da poche centinaia di metri fino a raggiungere i 5 chilometri. Gli animali una volta entrati non avevano più una via d’uscita ed, in questo modo, si poteva studiare anche il comportamento che gli esemplari assumevano.
Il quesito, però, che gli esperti si sono posti nel corso del tempo è stato: come in tempi così remoti si è riusciti a realizzare costruzioni di una tale portata? Non solo per la grandezza, ma anche per la complessità della struttura in sé. Alcuni studiosi dell’Università Lyon erano impegnati e stavano studiando su due aree, nello specifico quella che si trova in Giordania e l’altra era quella che si trova in Arabia Saudita. L’obiettivo della spedizione, riporta Libero Tecnologia, era quello di riuscire a mettere in sicurezza alcuni reperti archeologici, ma qualcosa è andata diversamente, perché all’improvviso sono state ritrovate delle incisioni su alcune pietre.
Cosa c’era raffigurato?
Su una pietra era inciso il piano in scala proprio di un aquilone nel deserto, dove vi erano delle notizie che riguardavano il recinto, nella seconda, invece, erano raffigurati due aquiloni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, cosa è emerso? Nuovi dettagli sull’architettura e una certa padronanza dello spazio spesso sottovalutata.