I satelliti del programma di osservazione dell’Esa e Commissione europea raccontano una situazione tragica nella Foresta Amazzonica.
Il polmone verde del pianeta è ancora la Foresta Amazzonica che si trova per 2/3 in Brasile e per la restante parte in Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e la Guyana francese. Si stima che l’intero bacino del Rio delle Amazzoni custodisca circa 390 miliardi di alberi facenti parte di circa 16mila specie diverse (pari al 10% dell’intera superfice terrestre) e circa 2,5 milioni di specie di insetti.
Dalle ultime notizie riportate dall’Ansa, sembra però che la sua sopravvivenza sia messa seriamente in pericolo per via dell’incessante disboscamento massiccio per prelevare legname e dedicare le terre al pascolo intensivo. Deforestazione, riscaldamento globale, allevamento e incendi stanno portando l’area verso un punto di non ritorno.
Le immagini radar fornite dai satelliti Sentinel-1 di Copernicus, ovvero il programma di osservazione della Terra portato avanti dall’Esa e dalla Commissione europea, sono drammatiche. Registrano che da gennaio 2017 a novembre 2021 sono stati persi oltre 5 milioni di ettari di Foresta Amazzonica, pari all’equivalente dell’intero Costa Rica!
I satelliti Sentinel-1 di Copernicus lavorano giorno e notte per acquistare milioni di foto del polmone verde, con aggiornamenti ogni 6-12 giorni e una risoluzione di 20 metri. Il progetto scientifico dell’Esa è stato chiamato “Sentinel-1 for Science: Amazonas” e al momento ha raccolto circa 450 terabyte di dati pronti per definire statistiche e previsioni rilevanti sull’andamento della deforestazione. Grazie quindi al lavoro aereo e sul campo si è potuto stimare che sono stati letteralmente persi 5,2 milioni di ettari in meno di cinque anni.
È stata intervistata anche Neha Hunka, scienziata della compagnia Gisat che collabora al progetto europeo, la quale ha sentenziato: “Quello che stiamo vedendo dallo spazio è oltre un milione di ettari di foreste umide tropicali che scompaiono ogni anno nel bacino amazzonico, con l’anno peggiore che è il 2021 in Brasile“. La Hunka ha spiegato che con i satelliti ora possono tenere traccia dell’avanzamento della situazione ogni 12 giorni. Il team del Climate Change Initiative dell’Esa sta studiando ora come quantificare la perdita di carbonio sulla base della deforestazione del suolo.
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