Sui rifiuti elettronici non da tutti è applicato l'uno contro uno

I rifiuti elettronici continuano ancora a far discutere, visto che non tutti i negozianti si dimostrano propensi ad applicare in concreto quanto è stato stabilito qualche tempo fa da un apposito decreto, che voleva risolvere la complessa questione dello smaltimento dei rifiuti elettronici. In effetti questi ultimi devono essere considerati dei rifiuti speciali, in quanto sono pericolosi per l’ambiente. Ecco perché nei negozi vige l’obbligo di ritirare gli apparecchi elettronici vecchi, nel momento in cui il cliente ne acquista di nuovi.

Spesso i negozianti puntano sulla disinformazione e loro stessi non sono informati nella maniera più adeguata. Infatti i clienti si trovano di fronte al problema di un ritiro considerato da alcuni come solo facoltativo e non obbligatorio oppure la risposta ricevuta è che l’uno contro uno si applica solo ai grandi elettrodomestici e non a piccoli apparecchi elettronici come i cellulari.
 
Per il risolvere il tutto Legambiente, insieme a Remedia, ha dato vita ad una campagna d’informazione dal titolo “Noi ci crediamo e li ricicliamo. E tu?”
 
Per i rifiuti elettronici la situazione non è molto positiva nel nostro Paese. Lo affermano le stesse associazioni ambientaliste; anche Greenpeace ha fatto notare che l’Italia è in ritardo sui rifiuti elettronici.
 
Proprio per questo si dovrebbe puntare sulla facilitazione dell’operazione, come fa notare Giorgio Arienti, direttore generale Ecodom, che ha dichiarato:
 
“Occorre facilitare la consegna dei Raee ai negozianti. Invece di chiedere al cliente le proprie generalità non sarebbe più utile avere all’interno dei rivenditori enormi ceste per raccogliere i telefoni? Di certo sarebbe più pratico.”