Greenpeace: protesta a Livorno contro rigassificatore

[galleria id=”739″]Ieri mattina Greenpeace è stata protagonista, ancora una volta, di una crociata in favore dell’ambiente. Tre gommoni sganciati dalla nave ammiraglia dell’associazione, la “Rainbow Warrior“, hanno navigato al largo del porto di Livorno fino a raggiungere la nave Far Samson responsabile della costruzione del Rigassificatore offshore che Greenpeace non vuole assolutamente. Ecco quindi come gli attivisti hanno esposto degli striscioni per manifestare il dissenso. Ma non solo: con l’aiuto di un rullo per dipingere le fiancate delle navi, hanno scritto sul barcone “balene finite”. Scopriamo perchè.

Greenpeace, in seguito a questo gesto estremo (ma sempre e comunque pacifista, ci teniamo a ricordare), ha chiesto inoltre un incontro urgente con il il Ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, per discutere appunto della scelta anti-ambiente quale è la realizzazione del Rigassificatore. In attesa di un cenno di risposta, gli attivisti sono rimasti in prossimità della gru della Far Samson. Ricordiamo nelle vicine acque del Mar Ligure è presente il Santuario dei Cetacei, oasi marina che merita protezione.
 
Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare per Greenpeace, parlando del Santuario dei cetacei spiega che “Si tratta di un’area protetta solo sulla carta. Le balene se ne stanno andando mentre lo stato di degrado dell’area aumenta a causa del traffico navale, dell’inquinamento e, ora, della costruzione del primo sito industriale in mare“.
 
Continua lo sfogo della Monti, che stavolta si fa più polemico: “L’Italia non è quindi molto meglio del Giappone che, dopo aver aderito alla moratoria per la caccia alle balene, trova poi il modo di ucciderle per “scopi scientifici”. Il nostro Ministero dell’Ambiente infatti da un lato firma un Accordo internazionale impegnandosi a proteggere i cetacei del Santuario, dall’altro non fa assolutamente nulla per tutelarli. Ma il crimine peggiore resta il via libera alla tanto contestata struttura del rigassificatore offshore della OLT nell’area“.
 
Greenpeace non ha poi perso l’occasione per parlare anche di quelli che sono -secondo l’associazione- gli obiettivi primari del Ministero. Che sembrano allontanare dallo scopo primario del Ministero dell’ambiente stesso, ovvero la protezione del nostro patrimonio ambientale. Ha proseguito infatti la Monti : “Fa rabbia vedere come gli interessi economici abbiano ancora una volta prevalso su quelli dei cittadini e dell’ambiente. Di fronte a falsi conclamati e riconosciuti nel processo di valutazione dei rischi del rigassificatore, alla presenza di rischi ambientali inaccettabili e al fatto che la compatibilità con il Santuario non è per nulla certa, ci chiediamo cosa aspetti il Ministro Prestigiacomo, a prendere una posizione decisa contro questo scempio“. Attendiamo aggiornamenti, sperando che questo appello venga accolto nel migliore dei modi.
 
Immagini tratte da:
unita.it