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Surf elettrico, quando la sostenibilità si trasforma in divertimento

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Cavalcare le onde non è mai stato semplice. Ci vuole una buona dose di allenamento, tanto equilibrio e diciamola tutta. Un fisico asciutto e atletico. In aiuto da qualche anno c’è però il surf elettrico. Per chi vuole ancora divertirsi ma ha perso smalto, o anche solo per chi vuole provare a debuttare su una tavola da surf con un “piccolo” aiutino. Ed un aiutino del tutto sostenibile. Perché se non parliamo nella circostanza di vera mobilità, il surf elettrico, di suo in natura del tutto sostenibile, porta una variante elettrificata a zero emissioni. Il jet surf elettrico emette inoltre un rumore estremamente ridotto abbattendo anche l’inquinamento acustico, fastidioso per la fauna marina.

Come funziona un surf elettrico

Il surf elettrico ha un sistema di propulsione elettrico integrato installato sulla tavola. L’energia del surf jet viene erogata da una batteria sostituibile che può essere ricaricata mentre si utilizza quella principale. Per usare il surf elettrico non bisogna fare altro che inserire i piedi negli appositi vani mettersi in equilibrio e avviare il motore mediante dei telecomandi senza fili racchiusi in un bracciale impermeabile che si allaccia al braccio.

Diversi modelli e costi

Sono numerosi ad oggi i modelli di surf elettrici presenti sul mercato. Realizzati secondo l’esperienza di chi li vuol adoperare. Si trovano quindi modelli rivolti ai principianti, e modelli per chi sfoggia più esperienza oltre a versioni dedicati agli espertissimi. Ad ognuno di questi modelli corrisponde una diversa autonomia, grandezza, velocità massima che può essere raggiunta ed ovviamente anche un costo diverso.

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Come per tutte le novità, anche questa comporta dei costi alti d’acquisto a prescindere dal modello scelto. Ad esempio un surf elettrico pensato per i meno esperti ha autonomia di circa 30 minuti, misura 230×98 cm, e il prezzo di listino è a 2.800 euro. Il modello superiore a questo è il Blade, un jet surf elettrico pensato per chi ama fare Freestyle sull’acqua. La tavola di questo modello di jet surf è più leggera e di dimensioni ridotte, raggiunge una velocità di 53 km/h e misura 185×60 cm. Più potenza significa, però, anche meno autonomia: nel modello Blade, infatti, è di circa 20 minuti. Il costo previsto da listino è di 2900 euro. Infine, il modello top di gamma è il Carver, ideale solamente per chi fa surf da tempo ed ha quindi una certa esperienza. Questo modello di jet surf riesce a raggiunge la velocità massima di 71 km/h e l’autonomia prevista è di 20 minuti. La tavola misura 245×68 cm ed ha un costo di 3300 euro.

Il mercato sta crescendo e sono diversi i marchi che si stanno affermando con tecnologie migliorate. Come la statunitense YuJet Surfer, che ha varato una tavola in fibra di carbonio che vola fino a 20 nodi (38,6 km/h) e garantisce 40 minuti di autonomia. Il motore è alimentato da una batteria agli ioni di litio da 36mAh rimovibile e questo permette di programmare sessioni più lunghe o destinare YuJet al noleggio. Una nota conoscenza “italiana” è invece Fliteboard, una tavola elettrificata australiana presentata lo scorso anno a Venezia. Il prezzo era di 9.900 euro ora sulla home page si legge 13.400 incluse le tasse. La propulsione è assicurata da un motore brushless con potenza 3,700 Watts che garantisce una velocità massima di 22 nodi (45km/h). L’autonomia, assicurano gli australiani, è di circa 90 minuti. Qui diciamo che siamo ai piani alti dei surf elettrici.

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Riccardo Mantica

Nell’editoria online dal 2001 quando scrivere per il web era una chimera. Pubblicista dal 2005, blogger per caso nel 2010, ha vissuto l’avvento del web 2.0 e dei social network condividendone gioie e dolori. Le passioni coltivate negli anni per sport, motori e tecnologia sfociano oggi anche nel panorama della mobilità sostenibile. Il motto preferito? Guardare sempre avanti senza dimenticare il passato. Stay tuned!

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