Per l'abbigliamento biodegradabile l'idea innovativa di un giovane di Treviso

abbigliamento biodegradabile giovane trevisoL’abbigliamento biodegradabile rientra ormai in una vera e propria tendenza, che per molti versi si rivela importante in termini di sostenibilità ambientale. I vestiti biodegradabili possono entrare a far parte degli elementi utilizzati per il compost fatto in casa. E a questo proposito un giovane designer di Treviso, Filippo De Martin ha messo a punto un’idea piuttosto innovativa , brevettando uno speciale materiale, il quale è definibile come “tessuto non tessuto”, un tessuto di fibre vegetali, ricavate dal mais o dalla barbabietola, assolutamente compostabile.

Può essere una buona idea per fare il compostaggio domestico per coltivare l’orto. D’altronde bisogna ricordarsi che non si tratta solo di stabilire, in tema di impatto ambientale, regole e definizioni per vivere a impatto zero, ma di intraprendere anche una lotta agli sprechi improntata sul risparmio. In effetti il prezzo di questi capi di abbigliamento è piuttosto ridotto.
 
Filippo De Martin ha spiegato:
 
“L’idea mi è venuta nel 2008 durante una vacanza con i miei figli. La quantità di vestiti che sporcano i bambini è impressionante e allora mi sono detto: perché non trovare qualcosa di alternativo, un “usa e getta” che però eviti l’“effetto pannolino” e che sia al contrario utile all’ambiente?”
 
Da qui l’idea, che si basa su un processo di produzione piuttosto semplice, anche perché le materie prime sono facilmente reperibili.
 
Oggi le alternative in tema di abiti ecocompatibili ci sono. Ad esempio grazie alla raccolta differenziata si ottengono vestiti fatti di latte. Per il momento non ci resta che attendere che questi abiti ecosostenibili vengano prodotti su larga scala.