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Ocean cleanup: le immagini della più grande estrazione di plastica

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Ocean cleanup: l’ONG olandese si occuperà di una grande estrazione di plastica entro il 2040. Come avverrà e in che modo.

Rifiuti marini
Plastica in mare (Foto da Canva) – Ecoo.it

Ocean cleanup è un’ONG olandese che ha come obbiettivo primario quello di rimuovere enormi quantità di plastica e rifiuti dagli oceani e dai fiumi. Numerose sono state le operazioni condotte in questi anni, come la creazione di una barriera in un fiume guatemalese per evitare che i rifiuti finissero dritti nell’oceano.

La nuova proposta è quella di rimuovere, attraverso un’enorme struttura a rimorchio, il 90% della plastica da mari e oceani entro il 2040. L’operazione non sarà affatto semplice visto che stiamo parlando di tonnellate di rifiuti di plastica e di spazio che dovrà essere adibito a contenerla. Tutti i dettagli.

Ocean cleanup e la missione anti-plastica entro il 2040

La più grande estrazione di plastica dall’oceano Pacifico è organizzata da Ocean Cleanup, una nota ONG olandese che vuole rimuovere entro il 2024 il 90% di plastica dagli oceani. Si tratta di 11.353 kg di plastica. Questa è solo una delle missioni che la ONG si pone di realizzare da qualche anno a questa parte.

Un’altra iniziativa di Ocean CleanUp è stata quella di realizzare una barriera nel fiume di Las Vacas in Guatemala per bloccare i rifiuti di plastica prima che finiscano in mare. Dal 2011 ad oggi, l’associazione dichiara di aver raccolto circa 5 milioni di chili di rifiuti dagli oceani. Una cifra che fa riflettere sul nostro rapporto con gli imballaggi di plastica e soprattutto su come gestiamo questa enorme quantità di rifiuti.

Riciclaggio (Foto da Canva) – Ecoo.it

Ogni anno milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare rappresentando una minaccia per gli ecosistemi marini. Per risolvere il problema della plastica nei mari bisogna quindi partire dalle basi, da come produciamo a come utilizziamo tutta questa plastica. Ma fino a quando questo non avverrà, soluzioni come queste saranno strettamente necessarie.

Questa plastica si accumula nelle chiazze di rifiuti oceanici, dove viene intrappolata dalle correnti circolanti insieme ad altre fonti di plastica, come quella derivante dall’attività di pesca in mare aperto. Se non affrontiamo questo problema, la plastica avrà un impatto sempre più negativo sugli ecosistemi marini, sulla salute e sull’economia.

Gli obbiettivi di Ocean Cleanup su larga scala

Bottiglia in mare (Foto da Canva) – Ecoo.it

Ocean Cleanup è un’organizzazione senza scopo di lucro che si dedica allo sviluppo di tecnologie per liberare gli oceani dalla plastica. Per raggiungere questo obiettivo, l’organizzazione lavora su due fronti: la riduzione delle fonti di inquinamento da plastica e la pulizia di quella già accumulata negli oceani. L’obiettivo finale è quello di mettere fine a questo lavoro una volta completato il progetto.

La più grande chiazza di rifiuti oceanici, conosciuta come Great Pacific Garbage Patch, si estende per 1,6 milioni di chilometri quadrati tra le isole Hawaii e la California. Si stima che contenga 1.800 miliardi di pezzi di plastica, con un peso di quasi 90.000 tonnellate. All’interno di questa chiazza, si trovano oggetti riconoscibili come mozziconi di sigaretta, sacchetti di plastica, contenitori per il cibo, bottiglie di plastica e attrezzi da pesca, ma la maggior parte della plastica è frammentata in piccoli pezzi, simili a fiocchi di pepe, a causa dell’azione del sole e delle onde nel corso degli anni.

Come funziona il loro sistema di raccolta

Il loro sistema di raccolta consiste in una grande barriera galleggiante a forma di rete, profonda tre metri, che viene trainata lentamente da due navi. Grazie al flusso naturale delle correnti, la plastica viene convogliata verso la zona centrale della barriera, dove viene trattenuta. Periodicamente, le due navi si uniscono per chiudere la barriera, raccogliere la plastica trattenuta e portarla a bordo. Una volta a bordo, la plastica viene separata e inviata agli impianti di riciclaggio a terra. Ocean Cleanup sta lavorando anche a un sistema più grande, chiamato sistema 03, che sarà tre volte più efficiente e ridurrà il costo per chilogrammo di plastica raccolta.

Tuttavia alcuni biologi marini hanno sollevato preoccupazioni riguardo ai possibili effetti negativi dei loro metodi. Ad esempio, l’uso di navi alimentate a combustibili fossili per trainare le barriere potrebbe contribuire alle emissioni di anidride carbonica. In merito a ciò, Ocean Cleanup afferma di compensare le proprie emissioni e sta esplorando l’utilizzo di biocarburanti. La lotta contro l’inquinamento plastico negli oceani è una sfida importante che richiede sforzi sia nella riduzione delle fonti di inquinamento che nella pulizia delle zone già colpite.

Sophie Melfi

Laureata in lettere moderne, è nata e cresciuta tra il vento sapido del mare e i fiumi marchigiani. Appassionata di trekking e dei luoghi più incontaminati, tutti da scoprire. Sostiene progetti ecosostenibili locali con curiosità e ottimismo verso una nuova prospettiva planet-friendly.

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