
In Italia il petrolio non è ricercabile nei nostri fondali: secondo quanto stabilito congiuntamente dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero per lo Sviluppo economico, infatti, non sarà possibile per le compagnie petrolifere pensare di trivellare il nostro mare blu, con tutti i rischi del caso, alla ricerca di petrolio e/o gas naturali.
Erano state presentate ben 15 richieste da parte delle compagnie petrolifere, nelle quali richiedevano appunto di avviare approfondimenti per trivellare il mare d’Italia, con particolare attenzione al mare di Sicilia, alla ricerca dell’oro nero. È notevole la soddisfazione espressa dalle associazioni ambientaliste e dai sindaci della zona, come il sindaco di Vittoria, che plaudono alla scelta del ministero di prevedere una maggiore tutela ambientale e sottolineano l’impatto ambientale che una decisione differente avrebbe provocato: le richieste delle compagnie petrolifere, infatti, richiedevano di intervenire nelle zone di mare dell’Abruzzo e della Puglia, oltre che della Sicilia dove erano interessate la provincia di Ragusa, il mare di Noto e l’Isola di Lampedusa. Le richieste delle multinazionali prevedevano trivellazioni molto vicine alla costa, a meno delle cinque miglia nautiche previste dalla legge vigente, e per questo sono state respinte.
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