La città dove le iene e gli uomini si incontrano, fanno amicizia e hanno un rapporto davvero straordinario.
Nella città fortificata di Harar, nell’Etiopia orientale, esiste un rapporto straordinario e radicato tra gli abitanti e una specie animale che è riconosciuta in tutto il mondo come altamente pericolosa. Un legame che va ben oltre la tolleranza: qui questi animali infatti sono non solo accettati, ma attivamente invitati a restare. Stiamo parlando delle iene maculate e questa incredibile storia ha suscitato anche l’interesse di Alberto Angela che ne parla nella sua trasmissione Passaggio a nord ovest.

Mentre in gran parte dell’Africa sub-sahariana – e del resto questi animali sono considerati praticamente ovunque come potenzialmente pericolosi – le iene sono temute, spesso perseguitate o uccise a causa di attacchi al bestiame o per superstizione, ad Harar la situazione è radicalmente diversa. Qui infatti, gli abitanti del luogo hanno deciso di viverci in simbiosi: ogni notte, gruppi di iene scendono dalle colline circostanti o tornano dai rifugi per nutrirsi degli scarti lasciati loro.
Perché il rapporto tra uomo e iene ad Harar è così importante dal punto di vista culturale e ambientale
Ma c’è di più: in tempi passati ma non troppo, infatti, la città ha creato apposite “porte per le iene” nelle mura per permettere loro di entrare e uscire senza disturbare la vita quotidiana. Si tratta di un passaggio importante anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale, perché questo comportamento degli abitanti del luogo contribuisce a eliminare rifiuti e resti organici, così ha trasformato le iene in una sorta di sistema naturale di smaltimento, migliorando l’igiene della città.

Inoltre, il rapporto è anche profondamente culturale e spirituale: nella tradizione locale si crede che le iene scaccino djinn, ossia gli spiriti malvagi, e possano fungere da mediatori tra vivi e defunti. In lingua harari, la lingua del posto, l’animale è chiamato waraba, cioè “portatore di notizie”. Chiaramente, c’è chi questo rapporto simbiotico lo vuole cavalcare, speculandoci: le autorità etiopi vedono in questa tradizione una risorsa turistica importante ed è in progetto la realizzazione di un “eco-parco” attorno al vecchio sito di alimentazione.
Cosa sta cambiando nel rapporto tra gli uomini e le iene: perché è a serio rischio
Al centro di questa relazione tra uomo e iene, abbiamo una figura particolare: quella della iena-uomo, rappresentata oggi da Abbas Yusuf, discendente di una famiglia che da decenni ha scelto di nutrire le iene. Ogni sera, Abbas richiama gli animali con fischi o richiami, lanciando pezzi di carne o offrendo la carne da un bastone o dalla sua bocca, invitando turisti curiosi a partecipare al nutrimento. Per molti visitatori è un’esperienza unica: mangiarecon una iena, osservare le bestie scavare ossa e carcasse, e vivere una tradizione insolita.

C’è davvero in questi gesti una perfetta sintesi tra natura, cultura e storia, ma negli ultimi anni purtroppo qualcosa sta cambiando e dobbiamo dire che questo va verso il peggioramento. Infatti, l’espansione urbana mette a rischio le rotte storiche delle iene: le nuove costruzioni hanno già chiuso alcuni percorsi naturali utilizzati dagli animali, e con il tempo gli animali potrebbero scomparire dalla vista umana, mettendo fine a una tradizione lunga circa 500 anni.