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Come coltivare lo zafferano in vaso a casa

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Coltivare  zafferanoE’ possibile coltivare lo zafferano in vaso a casa vostra? La risposta è si! L’ingrediente aromatico di tante ricette, ricchissimo di sostanze benefiche per il nostro organismo, è originario dell’ Asia Orientale, ma la sua coltivazione si è diffusa anche in Italia, soprattutto in alcune regioni come Sardegna, Toscana, Marche e Umbria, trasformandosi in una delle attività più redditizie degli ultimi anni.

Pensate che il suo costo è di circa 8 euro al grammo e questo perché la sua coltivazione e la sua raccolta sono molto impegnative: la coltivazione in vaso vi permetterà dunque una produzione sufficiente per la famiglia, risparmiando notevolmente e in più potrete godere della bellezza di questa pianta con i suoi caratteristici fiorellini viola e gli stimmi rossi.
La coltivazione in vaso: “l’oro rosso” nella nostra casa.

La coltivazione dello zafferano richiede molta attenzione, a partire dalla disposizione dei bulbi alla scelta del terreno: il mese ideale per iniziare la cultura è fine luglio.
Trattandosi di una cultura bulbosa, occorre innanzitutto acquistare i bulbi e questo è possibile farlo sia online, che presso un vivaio ben fornito, ma verificate, al momento dell’acquisto,che non siano stati attaccati dai funghi. Prima di piantarli è necessario preparare il terreno con del concime; in più, il terreno non deve essere né argilloso né troppo grasso, ma ben drenato.
A questo punto, potete piantare più bulbi in un unico vaso, oppure singolarmente, ad una profondità di 10-12 cm, in modo tale che con il tempo non emergano, e ad una distanza di circa 10-15 cm l’uno dall’altro. Ricordatevi di svuotare completamente i sottovasi, in quanto lo zafferano teme i ristagni d’acqua, e posizionate il vaso in una zona abbastanza soleggiata perché per crescere bene ha bisogno di molta luce. Non richiede molta acqua, tanto che in alcune occasioni, può bastare la sola acqua piovana.
La raccolta e l’essiccazione dello zafferano

La raccolta dello zafferano, o meglio dei suoi pistilli, deve essere manuale ed ha inizio dalla seconda settimana di ottobre alla seconda di novembre, preferibilmente al mattino presto, quando cioè i calici dei fiori sono ancora chiusi. Si staccano i filamenti dal fiore con molta attenzione e si mettono ad essiccare vicino ad una fonte di calore moderato per permettere la conservazione del colore e dell’aroma. Su come essiccarli ci sono vari metodi: su telai fitti esposti al sole, in essiccatoi elettrici, su stuoie vicino alla brace o semplicemente una passata in forno.

Antonella Navilio

Antonella Navilio è stata collaboratrice di Ecoo dal 2014 al 2015, occupandosi principalmente di creazioni fai da te, rimedi naturali e benessere.

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