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Hai 50 anni e cerchi lavoro? I consigli da poter seguire

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Trovare un nuovo lavoro a 50 anni è possibile. Ci si deve dare da fare, ma ci sono aziende che cercano figure professionali più evolute

passaparola persona
Colloquio di lavoro (Foto da Canva) – Ecoo.it

Non si parla soltanto di manager aziendali, ma anche di persone che hanno svolto fino all’età di 50 anni un impiego con un impegno professionale medio. Chi vuole cambiare lavoro all’età di 50 anni può trovarsi nelle seguenti condizioni. La prima è il desiderio sfrenato di cambiare completamente settore o semplicemente cambiare ufficio, ma rimanere nello stesso campo. La seconda è il fatto di essere stato licenziato o mandato via dall’impiego precedente. E in entrambi i casi non c’è da disperarsi. Si possono trovare delle soluzioni alternative anche in un momento di crisi economica e del settore lavorativo come quello attuale.

L’importante è cercare di adattarsi ai metodi di ricerca attuali. Molte aziende sono orientate a cercare figure professionali differenti dai giovanissimi, per il semplice motivo che posseggono non solo maggiore esperienza, ma anche una diversa cultura del lavoro. Difatti il mondo attuale, caratterizzato da quaranta anni da maggior flessibilità, ha modificato anche l’atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro, che sono più portati a cambiare impiego spesso piuttosto che rimanere fedeli ad un’azienda ed a un progetto. E questo per le aziende non è un punto a favore.

Come trovare lavoro al di sopra dei 50 anni

Lavoro (Foto da Canva) – Ecoo.it

Il primo suggerimento utile è ovviamente di aggiornare e potenziare il proprio curriculum vitae. Un lavoretto datore di 50 anni presumibilmente ha un’esperienza maggiore di un trentenne. Questi sono gli aspetti su cui puntare anche sulla carta. Nei momenti di inattività lavorativa si possono sviluppare nuove abilità attraverso dei corsi di formazione professionale adatti al proprio curriculum e dalla figura che si ricerca. Questi sono dei punti forti da sottolineare durante colloqui lavorativi. Sicuramente il primo errore da non commettere assolutamente è di rimanere in lunghi periodi di inattività senza svolgere nessun lavoro e neanche nessun corso di formazione. L’inattività da un punto di vista aziendale non è ben vista.

Il passaparola personale o digitale

Rete ricerca lavoro (Foto da Canva) – Ecoo.it

Senza dubbio, specialmente in Italia, costruirsi una rete di relazioni e diffondere la voce che si sta cercando lavoro in quello specifico campo, è uno dei metodi migliori per avvicinarsi più rapidamente dall’inattività al primo colloquio. Non tutte le persone hanno questo tipo di possibilità. E allora ci si può rivolgere al cosiddetto passaparola digitale. Che consiste nel segnarsi e iscriversi a diversi siti di ricerca di lavoro, che fra di loro incrociano le informazioni, e dunque creano una rete da cui il proprio profilo può emergere positivamente. A quel punto potrebbero essere le aziende stesse a contattare l’aspirante lavoratore.

Giulia Borraccino

Sono nata e cresciuta a Roma. Laureata in Comunicazione con specializzazione in semiotica testuale, nel tempo mi sono appassionata all'approfondimento dei temi ambientalisti ed al giornalismo d'inchiesta. Amo l'arte in tutte le sue sfaccettature.

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