Il brand italiano Garofalo, colosso nazionale nella produzione di pasta di ogni tipo, annuncia l’utilizzo di un packaging green realizzato al 30% con plastica riciclata chimicamente.

Il brand italiano di produzione di pasta Garofalo annuncia una scelta innovativa e sostenibile: in arrivo un packaging totalmente green realizzato con plastica riciclata chimicamente. Tutti i dettagli.
Pasta Garofalo: in arrivo un nuovo packaging green ed ecosostenibile

Dai dati ufficiali raccolti dal Pgnr, emerge che almeno il 95% della plastica che finisce nella differenziata deriva da imballaggi, ma solamente il 40% è riciclabile. E il resto? La plastica realizzata dai combustibili fossili che non può essere riciclata finisce direttamente nell’inceneritore producendo emissioni altamente inquinanti.
Esiste tuttavia un altro tipo di riciclo per la plastica: il riciclo chimico che risparmia il 43% delle emissioni di CO2 di un inceneritore. Si tratta di un sistema molto più green, sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Su questa linea si sta muovendo Garofalo, leader nella produzione di pasta italiana. L’azienda made in Italy ha confermato di voler sostituire la plastica del vecchio modello di confezionamento con un packaging green ed ecosostenibile, composto al 30% da plastica riciclata chimicamente.
Al Salone del Gusto 2010, la pasta Garofalo presenta lo speciale packaging “L’ecosostenibilità secondo noi: benvenuti al numero zero”, disegnato da Angelini Design con un approccio essenziale, frugale e spontaneo che si ritrova nel trattamento a mano del nome. Una nuova confezione ecosostenibile con involucro biodegradabile e spaghetti a “chilometri zero”, con grano coltivato e lavorato in Campania, un pack trasparente che lascia che sia la pasta stessa ad essere protagonista.
Ispirato al concept creativo Gente del Fud, il trattamento grafico trasmette quella sensazione di autenticità, di spontaneità e di sapienza artigianale che da sempre contraddistingue il mondo Garofalo ed esprime l’impegno di Garofalo per la qualità e l’ecosostenibilità. E’ il primo risultato concreto della ricerca sperimentale per realizzare una confezione completamente ecosostenibile, che Garofalo ha realizzato con la collaborazione dell’Università Federico II di Napoli.
In cosa consiste il riciclo chimico della plastica
In Europa, ogni anno vengono raccolti circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Tuttavia, l’85% di questi viene incenerito, esportato o inviato in discarica. Questo non è solo una fonte di emissioni di CO2, ma anche uno spreco di risorse preziose. L’industria chimica è determinata a cambiare questa situazione.
Come? Con le tecnologie di riciclo chimico, l’industria ha sviluppato soluzioni complementari al riciclo meccanico esistente per riciclare rifiuti plastici misti o contaminati che altrimenti verrebbero inceneriti o inviati in discarica. Queste tecnologie possono scomporre la plastica e trasformarla in preziose materie prime secondarie per produrre nuovi prodotti chimici e plastici con la stessa qualità di quelli ottenuti da risorse fossili.
Insieme ai partner della catena del valore, l’industria chimica ha già sviluppato con successo prodotti di consumo come imballaggi per alimenti, parti di frigoriferi, materassi, tappeti e cruscotti di automobili. Come passo successivo, dopo aver dimostrato la fattibilità delle tecnologie, l’industria ha in programma l’introduzione delle tecnologie su scala industriale.
A complemento del riciclo meccanico, la “Dissoluzione”, la “Depolimerizzazione” e la “Conversione” sono nuove vie di riciclo in grado di gestire i rifiuti plastici che altrimenti verrebbero smaltiti. Trasformano i rifiuti plastici in materie prime secondarie che possono essere reintrodotte in diverse fasi del processo di produzione della plastica.
Riciclo chimico per step
Come funziona il riciclo chimico? Le tecnologie di riciclo chimico possono scomporre la plastica nei suoi elementi costitutivi e trasformarla in preziose materie prime secondarie. Questi materiali possono poi essere utilizzati per produrre nuovi prodotti chimici e plastici. Esistono diverse tecnologie di riciclaggio chimico che seguono tre nuovi percorsi di riciclaggio per trattare i rifiuti di plastica:
- Dissoluzione: estrazione della plastica
- Depolimerizzazione: scomposizione della plastica in blocchi di base.
- Conversione: trasformazione in materie prime
Raggiungere un’economia circolare per la plastica: da un’economia “orientata ai rifiuti” a un’economia “orientata alle risorse”.
Implementando le tecnologie di riciclo chimico su scala europea, l’industria chimica può aumentare l’efficienza delle risorse e contribuire a chiudere il cerchio nella transizione verso un’economia circolare della plastica.
I rifiuti plastici oggi inutili diventerebbero economicamente interessanti da riciclare, grazie alle modalità con cui il riciclo chimico può trasformarli in preziose materie prime secondarie. Questo accelererà il passaggio da un’economia “orientata ai rifiuti” a un’economia “orientata alle risorse”, contribuendo a creare un vero mercato unico per le materie prime secondarie. L’Europa sarà meno dipendente dalle importazioni di carbonio, in quanto i flussi di rifiuti ricchi di carbonio possono essere utilizzati come risorse prontamente disponibili.