Packaging, perchè ha un ruolo fondamentale contro lo spreco dei cibi

Packaging contro lo spreco alimentare: ecco il ruolo fondamentale che l’imballaggio dei cibi assume nella conservazione degli alimenti.

Alimenti (Foto da Canva)

L’imballaggio può proteggere gli alimenti, prolungarne la durata di conservazione e ridurre l’impatto ambientale con conseguente diminuzione dei rifiuti alimentari. In questo senso, l’imballaggio può essere considerato un alleato nella lotta allo spreco alimentare.

Packaging: il ruolo fondamentale contro lo spreco alimentare

Verdure (Foto da Canva)

L’inquinamento da plastica è un’emergenza che il settore agroalimentare non può ignorare. Meno del 30% della plastica raggiunge i sistemi di gestione dei rifiuti e viene riciclata. La percentuale è ancora più bassa se non si considerano bottiglie e contenitori. Il 70% della plastica viene smaltita in discarica o incenerita perché le tecnologie di riciclo non sono adeguate e compatibili con la maggior parte degli imballaggi in plastica che sono troppo sottili o troppo piccoli per essere selezionati dagli impianti di smaltimento, complessi e composti da più strati, sporchi di residui organici da lavorare.

Un’analisi condotta da ReFED indica che una migliore progettazione degli imballaggi potrebbe deviare più di un milione di tonnellate di rifiuti alimentari ed evitare sei milioni di tonnellate di emissioni di gas serra ogni anno.

Le soluzioni in questo settore avrebbero anche un beneficio finanziario netto di 4,13 miliardi di dollari. Tuttavia, ad oggi, è sempre più necessario guidare i produttori e i consumatori nell’implementazione di una gestione e progettazione responsabile degli imballaggi, al fine di prevenire i rifiuti alimentari, raggiungere gli obiettivi climatici e integrare caratteristiche positive per i consumatori.

Imballaggio biodegradabile

L’uso di imballaggi biodegradabili è incluso negli obiettivi del Green Deal europeo, nelle politiche di riduzione, riutilizzo e riciclo della plastica per ridurre al minimo l’uso di plastica e l’impiego di energia e risorse, perseguendo al contempo un ambiente privo di sostanze tossiche.

A livello globale i biodegradabili da imballaggio rappresentano l’1% della capacità produttiva totale di plastica, per un volume di oltre 2 milioni di tonnellate all’anno. L’Europa ospita un quarto della capacità produttiva, mentre l’Asia ne rappresenta quasi la metà. Si prevede che la loro produzione crescerà più rapidamente rispetto agli anni precedenti e raddoppierà la quota della capacità produttiva totale di plastica entro il 2025.

Per la progettazione di nuove plastiche o per lo sviluppo di misure politiche è necessario considerare la biodegradazione come una “proprietà di sistema” che tenga conto delle proprietà del materiale, delle condizioni ambientali specifiche e dei rischi.

Determinazione del tempo di degradazione

L’uso di materie plastiche che si biodegradano in ambiente aperto deve essere limitato ai materiali per i quali è stata dimostrata la completa biodegradabilità in un periodo di tempo specifico e comprovato per evitare danni all’ambiente e ad applicazioni specifiche in cui la riduzione del consumo o il riutilizzo non sono opzioni praticabili e in cui la rimozione, la raccolta e il riciclaggio completo dei prodotti in plastica non sono fattibili.

Bioplastiche da rifiuti agroindustriali

Alcuni studi hanno individuato strategie disponibili per l’upcycling dei rifiuti agroalimentari in bioplastiche funzionali e materiali avanzati. Biomasse di scarso valore o sottoutilizzate, biocolloidi, biopolimeri idrosolubili, monomeri polimerizzabili e nutrienti vengono introdotti come elementi costitutivi per la conversione biotecnologica delle bioplastiche.