Intelligenza artificiale: tutto il lavoro che c’è dietro inquina troppo

Intelligenza artificiale: c’è un problema serio con hardware e software che, lavorando, produrrebbero una significativa quantità di gas serra.

Intelligenza astratta
AI (Foto da Canva)

L’intelligenza artificiale e il più ampio settore di Internet e delle comunicazioni sono sempre più sotto accusa per l’utilizzo di quantità esorbitanti di energia. Prendiamo ad esempio l’elaborazione dei dati. I supercomputer utilizzati per eseguire programmi di IA all’avanguardia sono alimentati dalla rete elettrica pubblica e supportati da generatori diesel di riserva. L’addestramento di un singolo sistema di IA può emettere oltre 120 kg di anidride carbonica.

Intelligenza artificiale: il retroscena da conoscere

AI (Foto da Canva)

Di fatto, l’uso della tecnologia AI in tutti i settori produce emissioni di anidride carbonica a un livello paragonabile a quello dell’industria aeronautica. Queste emissioni aggiuntive hanno un impatto sproporzionato sulle comunità storicamente emarginate che spesso vivono in aree fortemente inquinate e sono più direttamente colpite dai rischi per la salute dell’inquinamento.

Di recente, gli scienziati e gli ingegneri dell’intelligenza artificiale hanno risposto a queste critiche e stanno valutando nuove fonti di alimentazione per i data farm. Tuttavia, anche le nuove fonti di energia apparentemente più sostenibili, come le batterie ricaricabili, possono aggravare il cambiamento climatico e danneggiare le comunità.

La maggior parte delle batterie ricaricabili è costruita utilizzando il litio, un metallo delle terre rare la cui estrazione può avere effetti negativi sulle comunità emarginate. L’estrazione del litio, alimentata dalla crescente domanda di fonti energetiche più pulite, richiede un enorme consumo di acqua, pari a 1892705,89 di acqua per ogni tonnellata di litio estratto.

In Cile, il secondo produttore mondiale di litio, nel nord del Paese, si scontrano spesso con le compagnie minerarie per i diritti sulla terra e sull’acqua. Queste attività minerarie sono così intensive dal punto di vista idrico che, secondo l’Institute for Energy Research, nel Salar de Atacama hanno consumato il 65% dell’acqua della regione.

Questa perdita d’acqua danneggia e impoverisce in modo permanente le zone umide e le sorgenti d’acqua, causando il rischio di estinzione delle specie autoctone di flora e fauna e colpendo le popolazioni locali. Considerare il litio un’energia “pulita” solo perché meno disastrosa dal punto di vista ambientale rispetto al gasolio o al carbone è una falsa dicotomia, che scoraggia le parti interessate dal perseguire nuove fonti energetiche più ecologiche.