Ingerimento di plastica: gli uccelli si ammalano, tagli e cicatrici nello stomaco

Ingerimento di plastica: un pericolo sempre più reale per gli uccelli marini, colpiti da una nuova patologia che ne minaccia la sopravvivenza.

Pericolo uccelli
Microplastiche (Canva)

L’ingestione di plastica è stata probabilmente studiata più negli uccelli che in qualsiasi altro gruppo di animali. Le prime osservazioni di pezzi di plastica all’interno degli uccelli marini risalgono agli anni ’60 e gli studi effettuati tra il 1962 e il 2012 hanno rivelato che il 59% delle specie di uccelli marini esaminate aveva ingerito plastica.

Di questi individui studiati, quasi un terzo (29%) aveva plastica nell’intestino. I modelli hanno mostrato una tendenza all’aumento del tasso di ingestione di plastica quando una maggiore quantità di plastica viene introdotta nell’oceano.

Ingerimento di plastica: gli uccelli marini sono in pericolo

Pericolo plastica
Frammenti di plastica (Canva)

È stato suggerito che gli uccelli selezionino intenzionalmente i rifiuti marini quando li scambiano per prede, ma il ruolo della selettività non è ancora del tutto chiaro. Alcuni tipi di plastica assomigliano a materiali naturali che galleggiano sulla superficie del mare: ad esempio, nel Mare del Nord si è osservato che il polistirolo e altre plastiche spongiose contengono punti di riferimento simili a quelli degli ossi di seppia.

La malattia che colpisce questi uccelli marini prende il nome di “plasticosi” e differenza di altre patologie è causata dall’ingerimento di frammenti di plastica sedimentati nella sabbia o trasportati dalle acque del mare, luogo di caccia. Questi piccoli pezzetti lacerano le viscere dei poveri animali, rendendoli maggiormente esposti ad infezioni, batteri e parassiti.

I rischi maggiori per gli uccelli marini

Le ghiandole tubulari sono le responsabili principali di una corretta digestione negli uccelli marini. Le microplastiche rendono queste ghiandole molto più deboli, causando una fibrosi e una lacerazione profonda dei tessuti dell’apparato digerente. Il problema nasce nell’inganno visivo di queste plastiche, scambiate erroneamente per cibo.

La vulnerabilità degli uccelli ai rifiuti marini è influenzata dal comportamento di foraggiamento, dalla dieta, dalla riproduzione, dalla muta e dalla distribuzione della specie. Gli uccelli appartenenti all’ordine dei Procellariiformes, che comprendono albatri, petrelli e falchi, petrelli delle tempeste e petrelli subacquei, sono osservati contenere più plastica rispetto ad altri uccelli, probabilmente perché si nutrono in oceano aperto e possono scambiare la plastica galleggiante per una preda.

Inoltre, i Procellariiformi hanno ventri piccoli e molti di loro non sono in grado di rigurgitare oggetti indigesti, il che li rende ancora più vulnerabili agli effetti dell’ingestione di plastica.

Il comportamento di foraggiamento può influenzare la probabilità di incontrare e ingerire plastica. Ad esempio, la maggior parte delle specie che hanno ingerito plastica nelle acque subartiche dell’Alaska sono state mangiatrici di superficie, come le cutrettole, i petrelli e i gabbiani.

Il comportamento di foraggiamento può essere correlato ai tipi di plastica ingeriti, poiché in generale gli animali che si nutrono in superficie sembrano ingerire soprattutto plastica di uso comune rispetto alle specie che si immergono. È stato inoltre osservato che le dimensioni della plastica ingerita sono positivamente correlate alle dimensioni del corpo.