Il decesso di un ippopotamo a causa di un incidente stradale ha sollevato nuovamente la questione della presenza dei giganti animali in Colombia

Questa volta nello scontro tra animale e uomo è l’animale ad essere vittima. La tragedia che si è consumata lo scorso 5 aprile in Trentino ha riacceso le luci sulla convivenza tra uomo e natura, e soprattutto sulle azioni umane di spostamento animale. Infatti gli ippopotami non sono animali autoctoni della Colombia. Sono arrivati lì grazie ad una ‘collezione’ di Pablo Escobar. Dopo il decesso di Escobar gli ippopotami della sua tenuta sono fuggiti, e si sono riprodotti in natura.
Con l’assenza di predatori naturali in poco tempo sono diventati numerosi, e ad oggi se ne contano 150. Se non ci saranno interventi esterni, il numero di questi maestosi animali entro il 2034 dovrebbe arrivare a 1.400. E questo mette in allarme la popolazione locale. La crescente preoccupazione ora diventa emergenza, dato il primo contatto tra ippopotamo e uomo che è terminato con uno scontro tra i due, anche se l’animale ne è rimasto vittima.
L’incidente tra ippopotamo ed auto

L’incidente è avvenuto lo scorso martedì notte sull’autostrada che collega Bogotá e Medellín. L’auto viaggiava ad alta velocità, e si è andata a scontrare contro un ippopotamo. Il conducente è rimasto illeso, mentre l’animale di due tonnellate è rimasto ucciso quasi istantaneamente dal colpo. Questo è il primo incidente registrato in Colombia tra ippopotamo e uomo. La popolazione a questo punto si è divisa. C’è chi ha colto la palla al balzo per sollevare nuovamente il problema degli animali non autoctoni in Colombia e di abbatterli prima che uccidano una persona. E chi invece sui social piange la triste fine dell’ippopotamo.
La decisione delle autorità

Già da tempo le autorità locali avevano intenzione di spostare gli ippopotami in libertà per destinarli all’India o al Messico. Tuttavia le intenzioni non sono andate in porto. Buona parte della cittadinanza ne chiede l’abbattimento. Gli esperti dicono che il rischio maggiore è che possano modificare la flora e la funa locali, sottraendo anche cibo ai pescatori. Ed ora torna la questione della loro deportazione in altri Paesi. Che fine faranno gli ippopotami? Qualunque sarà, non l’avranno scelta loro.