Tracciabilità dei rifiuti e Sistri: le associazioni chiedono la soppressione definitiva

sistri tracciabilita informatica rifiutiLa tracciabilità dei rifiuti e il sistema Sistri continuano a far discutere. Le associazioni di categoria hanno richiesto che la tracciabilità informatica dei rifiuti venga momentaneamente sospesa, ma per molti la soluzione starebbe nell’abolizione totale. Il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti ha fatto notare che molte imprese avevano chiesto al Governo di sopprimere totalmente il Sistri, ma a quanto pare queste richieste sono state totalmente ignorate.

A cura di Gianluca Rini
Eppure, come fanno notare le imprese, la soppressione totale del Sistri permetterebbe di rimettere mano al progetto senza delle scadenze prefissate e questo garantirebbe la possibilità di valutare tutto il sistema in maniera ancora più efficiente.
Tra l’altro, con la soppressione totale del Sistri, le imprese avrebbero anche la possibilità di organizzarsi meglio per riuscire ad interagire in maniera quotidiana con il nuovo sistema. D’altronde non bisogna ignorare che nei test che sono stati effettuati per le imprese è molto difficile riuscire ad organizzarsi giorno per giorno.
Non tutti insomma comunque si fidano del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, ecco perché vorrebbero che venisse abolito per rifare tutto dall’inizio. A far cambiare idea non sono valsi nemmeno le sospensioni del pagamento annuale per il 2010 e per il 2011, un versamento che comunque è già stato effettuato e adesso nessuno parla di possibili rimborsi.
Si tratta di capire che cosa il Governo abbia intenzione di fare nel concreto per risolvere il problema della gestione della spazzatura e in particolare quello relativo al trattamento dei rifiuti pericolosi.

Il Sistri prorogato al 31 dicembre 2013

Presidi e blocchi stradali contro la discarica a Pian dell'Olmo

A cura di Gianluca Rini
Il Sistri è stato prorogato al 31 dicembre 2013. Dopo l’annuncio che lo spostava al 30 giugno 2012, adesso c’è stata un’altra proroga, perché il ministro dell’Ambiente Clini ha chiesto al Consiglio dei Ministri una sospensione per avere a disposizione più tempo per eseguire le attività necessarie alla verifica del funzionamento del sistema della tracciabilità dei rifiuti. Sul fatto che serva più di un anno per riuscire a garantire i controlli necessari sicuramente si stanno scatenando già le polemiche, anche perché il Sistri è atteso ormai da tanto tempo.
Il ministero dell’Ambiente ha diffuso una nota. Ecco che cosa ha detto: “Fermo restando che il SISTRI rappresenta uno strumento necessario per la tracciabilità dei rifiuti, come richiesto dalle direttive europee e stabilito dalla legge nazionale, a seguito delle difficoltà operative riscontrate nella fase di avvio sperimentale il ministero dell’Ambiente aveva richiesto fin dal maggio scorso alla Digitpa una valutazione sulla funzionalità del sistema“.
Nel frattempo le imprese piccole e medie sono state esonerate dal pagamento del contributo per il 2012, in attesa che il Sistri possa diventare operativo. In ogni caso occorre non fossilizzarsi su una situazione che detiene un’importanza fondamentale nel nostro Paese.
Non dobbiamo dimenticare infatti che proprio in Italia si sono verificate delle situazioni di emergenza rifiuti, il cui peso non va sottovalutato. Il Sistri potrebbe essere il sistema che può garantire la possibilità di migliorare la gestione della spazzatura, in modo da andare a favore della sostenibilità ambientale.
Emergenza rifiuti a Roma, Clini: “Portarli fuori? Se non sono trattati non si può”
A cura di Gianluca Rini
Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini è intervenuto ancora sull’emergenza rifiuti a Roma, dando un suo parere sulla possibilità di trasportare a partire dal prossimo 31 dicembre, quando chiuderà la discarica di Malagrotta, i rifiuti all’estero o in altre regioni d’Italia. Secondo Clini, che si trova al momento a Rio de Janeiro per l’evento Rio+20 sullo sviluppo sostenibile, non è un’ipotesi che si potrebbe concretizzare, dal momento che viene definita una “cosa stravagante”. Secondo Clini bisogna prima di tutto risolvere il problema, visto che i rifiuti per legge non si possono spedire altrove se non sono stati precedentemente trattati.
Il ministro Clini ha affermato che il problema “non è impacchettare i rifiuti prodotti a Roma e mandarli via, perché non li vuole nessuno. Nessuno può accettare rifiuti di questo tipo perché le leggi europee e italiane non lo permettono“.
Il ministro spiega che prima di mandare i rifiuti in un inceneritore, questi devono essere accuratamente trattati, separando ad esempio la frazione organica.
Clini spiega la situazione, facendo anche un confronto con la situazione dei rifiuti a Napoli: “Non si può dire prendo i rifiuti di Roma e li porto in un inceneritore. Non è questo il modo per cavarsela. Napoli manda una quota dei rifiuti in un inceneritore in Olanda ma prima di mandarli, i rifiuti vengono trattati. Napoli in questo momento sta lavorando molto meglio di Roma perché si sta impegnando fortemente nella raccolta differenziata“.
Il ministro ha spiegato di aver proposto alla Capitale un nuovo progetto, un piano per favorire la raccolta differenziata dei rifiuti: “E’ importante perché per la prima volta abbiamo un progetto concreto, finanziato che credo porterà Roma rapidamente fuori da questa situazione“.
Tracciabilità dei rifiuti: lo stop del Sistri
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Il Sistri è un sistema di tracciabilità di rifiuti, che sarebbe dovuto partire a luglio. Adesso il Governo ha deciso di sospendere il tutto per mettere a punto delle verifiche definitive sul sistema. Come ha chiarito il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, a decidere sulla sospensione del Sistri sarà un apposito decreto legge. Passera ha messo in evidenza la necessità di trovare delle soluzioni alternative. Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Clini, che ha chiarito come la sospensione è stata disposta per verificare la funzionalità del sistema stesso.
Ma sono stati molti i rinvii di questo sistema, le cui vicende sono state piuttosto complicate. D’altronde non si può restare a guardare e lo ha fatto notare anche Corrado Clini, che ha sottolineato la necessità di arrivare ad una conclusione, visto che anche l’Europa chiede un sistema di questo tipo in Italia.
Clini ha spiegato: “E’ una storia che va definita. Ho chiesto la sospensione e non un’altra proroga al Consiglio dei Ministri in attesa di arrivare a verifiche decisive. ‘Di proroga in proroga l’Italia è senza tracciabilità dei rifiuti”.
Allo stesso tempo però il ministro dell’Ambiente ha sottolineato come un periodo di sospensione è necessario per decidere definitivamente se il sistema funziona, se deve essere modificato o se bisogna sostituirlo.
La questione comunque è molto delicata e non può essere rimandata all’infinito. E’ chiaro che in questo modo l’Italia rischierebbe veramente molto, perché si verrebbe a trovare nella situazione di non disporre di un sistema di tracciabilità efficiente, che è una delle strategie importanti per risolvere i problemi legati all’emergenza rifiuti nel nostro Paese.
I consumi diminuiscono ma la spazzatura aumenta?
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Siamo in crisi, in piena recessione secondo i recenti studi economici. Questo vuol dire produzione a picco, per non parlare dei consumi. Ma allora perché la produzione di rifiuti continua ad aumentare? Nel 2010 -quando questa congiuntura economica negativa era già iniziata- i rifiuti nelle discariche raggiungevano i 32,5 milioni di tonnellate, pari all’1,1% rispetto all’anno prima.
Incredibile, soprattutto perché il dato risulta essere contrario nella tendenza degli anni precedenti. Come se la crisi avesse portato gli italiani a una tale sfiducia nel futuro da non pensare più alla raccolta differenziata e a diminuire l’impatto ambientale delle azioni quotidiane. In media, infatti, ogni italiano ha realizzato circa 4 kilogrammi di rifiuti urbani in più nell’arco dell’anno. L’incremento più forte è stato registrato nelle regioni del centro Italia, con una crescita dell’1,9%, mentre quelle del sud Italia si sono attestate a 1,3%. Anche al Nord cresce la produzione dei rifiuti ma in percentuale inferiore, con un più 0,4%. Sembrano percentuali irrisorie, ma la differenza si basa proprio sul complesso di chili di rifiuti prodotti: per capire di cosa stiamo parlando, bisogna pensare che se l’Emilia Romagna sviluppa una massa di rifiuti pari a 667 kilogrammi -la regione con il più alto livello pro-capite-, tutt’altra cosa è ad esempio per la Basilicata, che sviluppa 377 kilogrammi a testa.
Un altro problema ancora troppo importante e irrisolto è il ricorso alle discariche come forma prevalente per lo smaltimento dei rifiuti: è questo, in effetti, il problema principale che ha causato l’emergenza rifiuti a Roma.

L’emergenza rifiuti di Roma va verso una soluzione, ma l’Ispra non fornisce dati incoraggianti

La situazione dei rifiuti romani cerca di trovare una parvenza di normalità. Per riuscirci, si sono spesi il presidente di Federambiente Daniele Fortini e il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini: il primo propone di arrivare entro il 2020 al recupero grazie alla raccolta differenziata fino al 50%, mentre il secondo investe 30 milioni di euro e impone regole ferree per sviluppare una strada condivisa anche a livello europeo che permetta di risolvere efficacemente la crisi.

Se questo fosse sufficiente a tranquillizzare la popolazione, le manifestazioni non avrebbero motivo di esistere. Invece la gente è preoccupata, soprattutto perché i commissari propongono di volta in volta soluzioni che destano ansia e rabbia. Per smorzare questo sentimento, un ulteriore intervento di Clini in collaborazione con Conai mira a ridisegnare un piano di rilancio della raccolta differenziata di rifiuti, anche se l’obiettivo di Alemanno (ottenere il 65% di differenziata per il 2016) è nettamente lontano rispetto a quello prefissato a livello internazionale che propone di raggiungere la stessa percentuale entro il 2012.
In questo quadro già fosco arrivano, però, i dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. L’ente con il suo rapporto annuale sui rifiuti urbani dimostra che l’indice di produzione di rifiuti è tornato a crescere e forse, non a caso, sono le regioni del Centro Italia a dimostrare la più forte crescita. Regioni come il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Piemonte dimostrano, invece, che l’obiettivo europeo può essere raggiunto; i loro promettenti risultati, purtroppo, vengono rovinati da un imbarazzante risultato laziale, dove la raccolta differenziata arriva solo al 16,5%.

Discarica a Pian Dell’Olmo: continua la protesta a Montecitorio

Non si danno per vinti gli abitanti di Riano, impegnati nella protesta per la discarica che dovrebbe sorgere nel sito di Pian dell’Olmo. Sono infatti diverse centinaia i manifestanti che si sono riuniti negli scorsi giorni davanti Montecitorio per dimostrare il loro dissenso contro la decisione del commissario Sottile per aver scelto Pian dell’Olmo come sito in grado di gestire lo smaltimento dei rifiuti in seguito alla chiusura di Malagrotta. Semplici cittadini, ma non solo: tra i manifestanti c’erano anche diciassette sindaci dell’area interessata -quella della valle del Tevere- e il presidente del XX Municipio. All’urlo di buffoni e vergogna erano intenzionati a dimostrare tutta la loro rabbia per questa presa di posizione.

Il giorno prima erano a Pian Dell’Olmo a bruciare le loro tessere elettorali, mentre lo stesso prefetto contro cui stavano manifestando aveva paventato perfino l’arrivo dell’esercito se necessario. Una posizione non condivisa dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che invece vorrebbe evitare l’intervento delle forze dell’esercito per non drammatizzare ulteriormente la situazione.
Nonostante questo, però, è lo stesso Clini a non essere tenero con i manifestanti, affermando che si stanno creando un polverone dove non ha senso di esistere dato che si tratterebbe solo di una discarica temporanea, e si stanno facendo emergere rischi che in realtà non sono reali. Nel frattempo il presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha incontrato il sindaco di Riano per ascoltare le ragioni della popolazione.
I manifestanti intanto hanno esposto striscioni contenenti testi come L’Europa vi guarda e No alla discarica delle colpe politiche. C’è chi ha mostrato anche le foto di figli e nipoti insieme allo slogan Difendiamoli tutti, segno dell’evidente preoccupazione per lo stato di salute della popolazione della zona ma anche per quello delle generazioni che verranno e che abiteranno nell’area di Pian dell’Olmo.

La marcia verso Montecitorio era già stata annunciata

Già dopo la prima notte di proteste in strada gli abitanti della zona avevano deciso di marciare verso Montecitorio. La notte tra lunedì e martedì, infatti, è stata piena di forme di protesta che gli abitanti hanno effettuato in strada; i comitati per il no alla discarica avevano deciso così deciso di trascorrere la notte nell’area di via Tiberina e di far proseguire la protesta anche durante le prossime notti.
Marinella Ricceri, il sindaco di Riano, è intervenuta al presidio contro la discarica, affermando: “Giovedì a mezzogiorno saremo a piazza Montecitorio. Dopo gli incontri già chiesti ma andati a vuoto, torneremo a chiedere di vedere il premier Mario Monti perchè quella di Pian dell’Olmo è una scelta scellerata“.
Gli abitanti di Procoio Vecchio Pian dell’Olmo sono pronti anche alle barricate, dopo la decisione di costruire la discarica in questo luogo, dopo Malagrotta. Gianluca Crostella, del Coordinamento Riano No Discarica, afferma: “Si vocifera che stiano per arrivare le forze dell’ordine, e forse i tecnici per prendere possesso della cava. Noi saremo qui pronti a respingere l’avanzata degli invasori“.
Questa è casa nostra“, affermano i cittadini di Riano, che hanno bloccato anche la via Tiberina. E il presidio dovrebbe diventare permanente, sia nella via Tiberina che all’ingresso della cava. Crostella spiega: “Sia chiaro a tutti che qui non si deve passare. Ci batteremo tutti insieme contro i soprusi, sempre mantenendo la calma che ci ha contraddistinti in tutti questi mesi“.

Scoperte falde acquifere, è polemica per l’impatto ambientale

discarica riano polemicaLa questione della discarica di Riano sta suscitando parecchie polemiche, in quanto a giugno scadrà la proroga relativa alla discarica di Malagrotta e rimane l’emergenza rifiuti a Roma. Il prefetto Pecoraro ha dovuto scegliere due siti, indicati come possibili per ospitare le discariche, ma ora è stata scoperta, da parte degli esperti, una falda nella cava di Quadro Alto. E’ stata riscontrata la presenza di una falda vicino ad un bacino di 5 metri di profondità.

Chi ha fatto i controlli?
riano no discarica
Eppure il coordinamento Riano No Discarica aveva da tempo denunciato che esistevano dei corsi d’acqua, dei quali si doveva tenere conto. Ma a quanto pare i controlli preventivi da parte dei tecnici non sono stati adeguati e adesso ci si ritrova di fronte ad un problema, che sicuramente comporta dei rischi in termini di impatto ambientale.
Com’è possibile che non si è tenuto conto di una possibilità di questo genere? Che cosa non è andato per il verso giusto e non ha fatto prendere in considerazione la sostenibilità ambientale? Sulla questione da questo punto di vista rimane il mistero.
Le indagini della Procura
cava quadro alto
Anche la Procura ha avuto qualche dubbio riguardo alla procedura adottata nella scelta dei luoghi destinati ad ospitare le discariche. Proprio per questo si è deciso di aprire un’indagine contro ignoti, per verificare se ci sono state delle irregolarità nel processo di identificazione delle aree, che andranno a sostituire la discarica di Malagrotta.
I reati ipotizzati sono quelli di falso materiale e ideologico. Intanto i carabinieri stanno facendo dei riscontri per quanto riguarda la distanza della discarica dai centri abitati e in relazione alla sostenibilità da parte dei terreni.

Cosa fare per una migliore gestione dei rifiuti

no alla discarica di riano
I comitati cittadini che si battono contro la discarica hanno stabilito un presidio permanente nella cava di Quadro Alto. Le proteste insomma si fanno sentire. Ma dobbiamo tenere in considerazione anche un altro punto: quali sono le alternative per ovviare al problema della discarica e mettere in atto un maggiore rispetto dell’ambiente?
Le soluzioni ci sono, basterebbe soltanto investire su di esse. Pensiamo per esempio a quanti benefici può portare la raccolta differenziata, specialmente se viene svolta porta a porta. Pensiamo per esempio ai sistemi innovativi che sono stati messi a punto in questo senso come il cassonetto intelligente.
Alla base ci deve essere un senso di eco-responsabilità, per evitare anche altri casi sempre nel Lazio, come quello della discarica progettata nei pressi di Villa Adriana.