Sostanze tossiche: la guerra contro l'eternit va avanti

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Il Comune di Casale Monferrato ha scelto di rinunciare a 18 milioni -tanto era stato offerto dall’Eternit AG per aver distrutto la vita di molte persone e per non aver prestato la minima attenzione all’ambiente e al territorio– per fare giustizia su molte, troppe, morti ingiuste: una cifra che, per quanto alta sia, non potrebbe mai risarcire i danni subiti. Il Sindaco ha confermato questa decisione, dicendo di essere stato convinto dalle rassicurazioni del Ministro delll’Ambiente e di quello della Salute.

Il dramma dell’eternit rievoca la spaccatura tra il tema del lavoro e quello dello stato di salute della popolazione, dove troppo spesso pur di avere un’occupazione si passa sopra anche i più basilari diritti dell’uomo. Così è successo a Casale Monferrato, dove un’azienda che per anni ha omesso la pericolosità delle sue emissioni -portando morte, dolore e ingenti danni ambientali– ora cerca un’inutile mediazione. È lo stesso primo cittadino a dichiarare di non starci, di non poter accettare un simile compromesso.
Ci sono state alcune titubanze in merito ma -grazie anche al coinvolgimento dell’Associazione dei familiari delle vittime dell’amianto– si è intrapresa la decisione di non accettare un risarcimento, risarcimento che avrebbe sicuramente giovato a livello economico ma che non avrebbe mai permesso di rendere giustizia a un territorio così martoriato da emissioni tossiche e alle vite di così tante persone la cui salute è stata messa a rischio -e spesso è stata definitivamente compromessa-. Si tratta di una triste storia che però dimostra come il coraggio di un popolo permetta di alzare la testa di fronte ai soprusi, affinché l’inquinamento ambientale e quello atmosferico non possano più distruggere un territorio e chi la vita di chi lo ha abitato.
photo: degra