Rinnovabili: energia dalla corrente del Golfo

energia dalla corrente del Golfo
Come si può produrre energia dalla corrente del Golfo? È possibile sfruttarne le potenti correnti, in grado di influenzare il clima e le condizioni meteo dei mari, per ottenere energia? A queste domande il prof. Darris White dell’ Embry – Riddle Aeronautical University ha cercato di fornire risposta progettando delle turbine da un elevato contenuto tecnologico.
Gli Stati Uniti rappresentano una di quelle nazioni che investono molto nell’innovazione, spinti e supportati da una politica favorevole; in questo caso si tratta di una “invenzione” che potrebbe portare grossi benefici in campo ambientale e in quello delle fonti energetiche rinnovabili. Secondo gli studi condotti dall’Embry Riddle Aeronautical University la corrente del golfo possiede un flusso di energia enorme che potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico di un terzo della Florida.
 
Il prof. White allo scopo di sfruttare questa risorsa in modo ecocompatibile ha inventato delle particolari turbine, il primo prototipo è in fase di realizzazione, caratterizzate dalla possibilità di muoversi liberamente all’interno del Golfo alla ricerca delle condizioni di corrente ideali che permettono di ottenere la massima efficienza energetica. La tecnologia su cui si basa la turbina è definita “swarm intelligence” e permette una sorta di collegamento logistico tra più turbine in acqua alla ricerca della migliore condizione, proprio come un banco di pesci.
 
Se tutti gli esperimenti confermassero i risultati attesi, saremmo di fronte ad nuovo modo di ottenere energia pulita, sfruttando una caratteristica intrinseca che la natura ci offre, la corrente degli oceani. Secondo il prof. White “Lo swarm intelligence può raggiungere due obiettivi. Uno è quello di trovare il ‘punto debole’ della Corrente del Golfo, ossia il luogo in cui la corrente ha la massima potenza in uscita e l’altro obiettivo è quello di trovare l’orientamento e l’allineamento che forniscano la massima efficienza”. Dotate di sensori che controllano i flussi idrodinamici e i movimenti dell’intero gruppo di turbine, l’equipe del professore sostiene che, se posizionate in modo corretto, un gruppo di 30/50 “sentinelle” potrebbe generare una potenza variabile tra i 15 e i 20 milioni di watt.