Orso Daniza morto: la protesta invade la stagione sciistica

DanizaL’11 settembre l’orso Daniza moriva! La provincia di Trento annunciava questa notizia tramite un comunicato, in cui si diceva che l’avevano individuata e fermata con un proiettile di narcotico, con la precisa intenzione di catturarla e spostarla nel recinto forestale dei Casteller. Qui, ancora oggi, si trova un’altra femmina di orso DJ3, figlia della stessa Daniza e di Jose, tutti animali appartenenti al progetto Life Ursus, il progetto europeo di reintroduzione della specie, grazie al quale Daniza è arrivata in Trentino nel 2000, trasferita dalla Slovenia.

Daniza avrebbe dovuto rimanere per sempre in questo recinto, ma non è sopravvissuta alla telenarcosi utilizzata per addormentarla e la notizia del suo decesso ha fatto il giro del mondo, sollevando non poche polemiche. Il fronte animalista, che ancora oggi cerca di tenerne vivo il ricordo per fare in modo che questo tragico destino sia evitato ad altri, ha sempre parlato di cronaca di una morte annunciata , senza mai credere a quella che è stata definita invece, dalle autorità che hanno seguito il caso, come una tragica fatalità.
Daniza: la sua storia e la protesta
Daniza trentino
Questa storia inizia qualche mese fa, quando Mamma Orso ha aggredito un cercatore di funghi nei pressi di Pinzolo, episodio che ha dato il via ad una vera e propria guerra pro e contro Daniza, rea solo di aver difeso i suoi cuccioli. Di fatto, il giorno di Ferragosto l’orso era in fuga con i suoi due cuccioli, ricercata in lungo ed in largo nei boschi e nelle valli del Trentino: la sua fuga è terminata con la sua morte.
Oggi, in attesa dei risultati dell’inchiesta della Procura di Trento, aperta dopo che il Corpo forestale dello Stato, dissociatosi dalla cattura, ne ha fatto precisa richiesta, le polemiche ed i pareri in merito continuano ad essere discordanti: c’è chi vuole continuare a lavorare per il progetto Life Ursus, accantonando le polemiche sulla disgrazia, vedendo nell’opera di conservazione degli orsi un’opportunità, chi invece non crede nella capacità della provincia di gestire il progetto stesso, avendo dimostrato anche in passato una grande incompetenza, di cui a pagarne il prezzo stati altri esemplari ritenuti “problematici”.
C’è poi, chi invece considera il progetto un ostacolo allo sviluppo turistico, soprattutto quello invernale, il più redditizio: il numero degli impianti sciistici di risalita aumenta e questo non va d’accordo con la salvaguardia dei boschi, della natura e soprattutto non va d’accordo con la presenza di orsi. In questo patrimonio naturale devastato dall’uomo, all’orso non spetta altro che il compito di una comparsa che dovrebbe rappresentare la natura selvaggia, quella stessa natura che dev’essere una perfetta decorazione, non deve disturbare gli intrusi, i turisti e i cercatori di funghi. Nuove iniziative di protesta sono dunque previste per l’apertura della stagione sciistica nel comprensorio di Pinzolo-Campiglio-Marilleva. La protesta si sposta sulle piste non a caso: gli amministratori della provincia ora temono che le continue manifestazioni possano far fuggire i turisti e che le piste sciistiche possano rimanere vuote.
Quale sarà il futuro dei due cuccioli?
Daniza e i suoi cuccioli
Resta la preoccupazione per la sorte dei due cuccioli di Daniza, rimasti senza la madre all’età di otto mesi, prima del completo svezzamento. Ora hanno compiuto un anno e nonostante gli ultimi avvistamenti risalgano a inizio novembre, la provincia di Trento ha fatto sapere che i due orsetti stanno bene e che continuano a muoversi in modo indipendente. Il lungo lavoro di monitoraggio ha confermato le buone condizioni fisiche dei due piccoli, la loro capacità di procurarsi alimenti nell’ambiente naturale e di mantenere un atteggiamento schivo nei confronti dell’umano. Sembra che abbiano raggiunto una massa corporea adeguata per affrontare l’inverno, ma la certezza delle loro condizioni la sapremo solo in primavera, alla fine del letargo.