Marea nera: allarme Greenpeace per petrolio sulle coste in Louisiana

[galleria id=”845″]E’ passato quasi un mese dalla tragica esplosione che ha coinvolto la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, di proprietà della British Petroleum. Come già ampiamente abbiamo illustrato in vari altri articoli, questo disastro è destinato ad entrare nella storia mondiale come uno degli incidenti più gravi a livello ambientale. Lo sostiene anche Greenpeace, che la scorsa mattina ha rilevato quantità ingenti di petrolio lungo le spiagge dell’area di Sauth Pass, in Louisiana (a poca distanza dalla foce del fiume Mississippi) documentato da alcuni scatti fotografici.

La prima immagine della nostra galleria fotografica mostra lo stato attuale della costa: il petrolio è addirittura superiore all’acqua. Una situazione disastrosa, davvero. Il catrame, poi, è denso e viscoso. L’accusa di Greenpeace è ovviamente rivolta alla British Petroleum che, a detta dell’associazione ambientalista, ha addirittura oscurato il fatto che l’entità del danno sia 10 volte superiore a quanto dichiarato.
 
Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenepace, ritiene che “Prima avvelenano il mare con i disperdenti chimici per far sparire il petrolio e adesso allontanano chi cerca di monitorare e documentare l’espandersi del disastro“. Ovviamente si riferisce ai membri di Greenpeace accorsi sul luogo del “misfatto” e prontamente allontanati dagli addetti ai lavori.
 
Ma la tesi della Monti prosegue, sollevando la polemica: “Come volevasi dimostrare il petrolio è arrivato a terra e a nulla sono valsi i tentativi per arginarlo. È ormai sotto gli occhi di tutti che non esistono misure preventive o sufficienti tecnologie di pronto intervento: il rischio delle perforazioni petrolifere offshore è troppo alto per l’ambiente e per le popolazioni. È ora che i governi abbandonino il cammino delle energie fossili e investano con decisione in energie rinnovabili“. Come darle torto?
 
Immagini tratte da:
rainews24.it
repubblica.it
ngoilgas.com
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