Lupi ripopolano il Parco Nazionale della Majella

[galleria id=”713″]Finalmente il lupo è tornato sugli Appennini d’Abruzzo. Dopo aver superato decenni di soprusi e stermini da parte dell’uomo, essendo spesso additato e condannato come carnefice dei bestiami, torna a ripopolare il Parco Nazionale della Majella. E a ristabilire gli equilibri naturali del parco. Questa bella notizia giunge proprio in questo 2010, l’anno che l’Onu ha dedicato alla biodiversità. I branchi di lupi avvistati nel Parco Nazionale abruzzese sono 12, per un totale di circa 80 lupi presenti. Un bel numero che fa sperare nella sopravvivenza della specie animale.

Il Parco Nazionale della Majella, insieme ad altre riserve italiane, si è fatto promotore del monitoraggio e sorveglianza sanitaria di quei lupi, in modo che possano convivere in maniera serena con le comunità locali (che in passato li hanno scacciati dai loro territori). Dalla sede di Badia Morronese, Sulmona, fanno sapere che “Nei 75 mila ettari del suo territorio protetto, negli ultimi 7-8 anni il conflitto con il settore zootecnico si è trasformato in gestione collaborativa del rapporto uomo-lupo. Indennizzi economici, incentivi per l’adozione di misure di prevenzione, attività investigativa sul controllo delle morti illegali, sistemi di controllo e monitoraggio del lupo altamente tecnologici come la radiotelemetria satellitare hanno permesso di abbattere la mortalità del bestiame e di migliorare il rapporto tra lupi e allevatori“.
 
Inoltre, sempre il Parco della Majella, insieme al Parco delle Foreste Casentinesi e al Parco del Pollino e ad una serie di altri enti territoriali, sta facendo prendere forma ad un progetto che si chiama “Wolfnet” (verrà presentato venerdì a Sulmona) con l’obiettivo ultimo di rendere pacifica ed effettiva la convivenza tra lupi e comunità urbane. Il Direttore del parco, Nicola Cimini, aggiunge che “L’approvazione del progetto Life Wolfnet rappresenta il coronamento delle attività intraprese negli ultimi anni dal Parco nazionale della Majella con impegno e professionalità sulle problematiche della coesistenza lupo-uomo“.
 
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corriere.it