Lavorare green (ri)paga

È il green job il futuro. In un momento di crisi dove molti giovani non trovano lavoro e gli esodati non hanno più un’entrata economica, investire sulla green economy è un vero e proprio punto di forza nel mercato del lavoro. La liberalizzazione e lo sdoganamento di tematiche -fino a poco tempo fa- radical chic, hanno reso la tutela ambientale un valore condiviso su cui creare business di successo.

È sempre attiva, ad esempio, la ricerca di progettisti di impianti fotovoltaici piuttosto che di addetti specializzati nel montaggio di pannelli solari. Molto richieste anche le figure di capo cantieri che abbiano dimestichezza nell’utilizzo delle nuove tecnologie e degli impianti per le energie rinnovabili, oltre a ingegneri ambientali. La regione che in Italia da sempre accoglie il cambiamento ed è capace di integrarlo nel proprio sistema produttivo è, anche stavolta, la Lombardia, con quasi il 30% di annunci on-line nel settore tematico green jobs, seguita dall’Emilia Romagna che si attesta quasi alla metà e dal Veneto. Un po’ più distaccate arrivano la regione del Lazio, il Piemonte e la Toscana.
Un’altra ricerca, stavolta condotta dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere, ha rilevato che tra il 2008 e il 2011 sono più del 20% le imprese italiane che hanno puntato sullo sviluppo sostenibile e sulle tecnologie ad esso correlate, con un’assunzione di personale per tali mansioni pari al 38%.
Dati a conferma arrivano anche dal Rapporto GreenItaly che dice, appunto, che sui 600mila nuovi posti di lavoro che sono stati creati nel 2011 ben 227mila riguardano figure legate alla green economy intesa nel senso più ampio del termine. 97000 di queste riguardano invece l’ambito della sostenibilità ambientale in senso più stretto, tra energie alternative, mobilità ed edilizia sostenibile e gestione dei rifiuti.
Non è un caso, infatti, se nel nostro paese il fotovoltaico è diventato più popolare che in Germania; anche a livello europeo, comunque, la tendenza è la medesima. Da Bruxelles ci confermano, infatti, che nel 2010 i cittadini europei impegnati attivamente nel settore delle rinnovabili si attestava a 1,14 milioni, con ulteriori forti aspettative di crescita.
Ma come ottenere simili qualifiche? Alcuni corsi, se svolti professionalmente, possono essere utili, così come master per i livelli più importanti. L’ideale sarebbe entrare in contatto con chi ha già affrontato determinate scelte, per capirne potenzialità e interessi di singoli percorsi di formazione.