Goletta Verde, la nave di Legambiente, è salpata da Imperia

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È salpata da poco più di 10 giorni la storica imbarcazione di Legambiente, la Goletta Verde. Succede ogni anno che Goletta Verde prenda il largo, grazie ad una tradizione che si rinnova con costanza e dedizione dal lontano 1968, come simbolo della più nota associazione ambientalista a tutela ambientale del nostro ecosistema marino. I pirati del Mare Mediterraneo, ad esempio, non sono certo corsari mascherati: sono altri i pericoli da cui doversi guardare che rischiano di rovinare il nostro bellissimo mare blu.

Il disastro ambientale della Costa Concordia, purtroppo non ancora risolto e quindi non ancora quantificabile, è solo un esempio. E come se non bastasse, anche il Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera sembra volerci mettere anche il suo contributo contro la difesa dell’ambiente e del territorio.
Dal 1968 è sempre stato importante questo atto di generosità fatto dai volontari di Legambiente per attivare l’attenzione dei media e sensibilizzare l’opinione pubblica su temi che da sempre, purtroppo, restano spinosi nel nostro paese: la speculazione edilizia, ad esempio, con costruzioni abusive costruite sulle coste -e poi spesso prime vittime di disastri ambientali-, così come le trivellazioni abusive e la mancanza di politiche serie e mirate alla salvaguardia del patrimonio ambientale.
Quest’anno Goletta Verde è salpata dal porto di Imperia e compirà ben 16 tappe lungo tutta Italia, anche per monitorare e diffondere i dati relativi allo stato delle acque del mare: si parlerà dunque di flora e fauna marine, di come farle crescere e mantenerle in salute, ma anche dell’inquinamento ambientale, del degrado e della noncuranza che spesso rischiano di mettere a rischio il nostro bellissimo mare e le sue zone costiere. Il viaggio è sicuramente impegnativo ma siamo certi che l’arrivo nel porto di Trieste il 14 agosto sarà altrettanto emozionante e soddisfacente: i mali da combattere quest’anno sono diversi. Il Ministro Passera, come detto, è tra questi a causa del decreto Sviluppo che porta la sua firma e che prevede il ritorno delle odiatissime attività di estrazione del petrolio dai fondali marini. Come se questo non bastasse, non si è riusciti nemmeno a vietare per legge i famosi inchini e quindi i passaggi così ravvicinati delle navi da crociera a luoghi come l’Isola d’Elba, l’Isola di Pantelleria e le Isole Eolie. Il caso della Costa Concordia è tristemente noto a tutti, quindi è inutile spiegare perché un altro dei mali moderni dei nostri fondali marini è proprio Costa Crociere. A questi, vanno aggiunti l’imprenditore Caltagirone perché ha partecipato alla realizzazione di alcuni porti turistici di dubbio impatto ambientale, il dimissionario amministratore della Regione Sicilia Lombardo per lavorare alla svendita ai privati delle spiagge siciliane (le cui conseguenze sono tristemente note, come nell’articolo di ieri dall’eloquente titolo: Spiagge italiane: gettare i rifiuti è il gesto più fastidioso). Infine, c’è anche la Grimaldi Lines tra i nemici di Legambiente per aver perso nei pressi del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ben 224 fusti di rifiuti tossici, tra colbalto e monossido di molibdeno.
photo: matteopenzo